Gazzetta di Modena

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Una foto, una storia/ Quando il negozio diventa atelier - VIDEO - FOTO

di Laura Solieri
Una foto, una storia/ Quando il negozio diventa atelier  - VIDEO - FOTO

Gianni Saltini, parrucchiere di professione e artista per vocazione. «Ermanno Vanni il mio maestro»

26 maggio 2014
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«Il bisogno di creare rimane immutato, ciò che cambia è la materia: che siano capelli, creta, colore, pastelli, carboncino, poco importa. Per me, essere di fronte a una testa da acconciare è come trovarmi davanti a una tela bianca: la sensazione di sapere che nel giro di un quarto d'ora, dove non c'è niente, comparirà qualcosa di inaspettato, è fantastica».

Pittore e parrucchiere, Gianluigi Saltini, classe 1959, chiamato da tutti Gianni, ha il suo studio di pittore a Mirandola, dove sulla porta leggiamo la scritta “Qua si vive”, «della serie - ci spiega Gianni - non si vende! Oggi vedo un consumismo e una banalità di vita esagerati. La gente preferisce comprarsi un poster ai grandi magazzini, magari spendendo uguale. Nel mio studio ho messo un impianto stereo per far ascoltare la musica come si faceva una volta, poi ci sono i libri, i quadri, i disegni e la gente può entrare liberamente, fermarsi a leggere qualcosa e poi andarsene. Intanto, però, vede e vive un ambiente diverso, accogliente, dove non sei chiamato a fare altro che goderti il tempo».

Gianni, che vive a Solara e ha il suo negozio a Bomporto, ha iniziato a fare il parrucchiere a nove anni: «Ero un bambino terribile, scalmanato, con tanta voglia di fare, di sperimentare e mio padre mi aiutò a trovare la mia strada mandandomi a bottega dal barbiere che lavorava di fronte a casa nostra. Mi sono innamorato subito di questo mestiere».

Crescendo, Saltini ha scoperto ben presto anche la passione per la pittura, approfondita andando a bottega dall'artista Ermanno Vanni. «L'incontro con Vanni è stato fondamentale sia per la mia crescita artistica che personale. Grazie a lui, ho imparato il senso della condivisione: dal piatto di minestra al quadro, si condivideva tutto: questa era la vera magia dell'andare a bottega, cosa che oggi, purtroppo, non accade più». Entrando nel negozio di Gianni, si respira la stessa atmosfera ricreata nel suo studio di pittore: pareti variopinte, una sala lettura, musica soffusa, una grande scultura fatta di elastici colorati per capelli, quadri ovunque: un atelier di arti visive. «Se nella vita ti stanchi di cercare, non sei più te stesso», conclude Gianni, sfogliando il suo album dei ricordi, composto dalle foto dei quadri realizzati negli anni. «La mia è una profonda e continua ricerca, dal costruire acconciature all'incontro con la tela e con la materia. Mi basta questo per sentirmi vivo, per esprimere il mio amore per la vita: sapere che fra le mani hai sempre la possibilità di creare, cambiare, inventare per raccontare qualcosa di inedito. Ci vuole coraggio per esprimere tutta la verità che sentiamo e mostrarla, perché all'uomo non piace vedere come è in realtà. Io vedo intorno a me un decadere dei valori importanti e ne sono impressionato in modo significativo. Questo è un aspetto fortemente presente nella mia pittura, per esprimere il mio occhio sul mondo, sui carnivori che lo occupano».

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