Gazzetta di Modena

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Muzzarelli nel bunker «Dobbiamo ricucire la fiducia con la città»

Muzzarelli nel bunker «Dobbiamo ricucire la fiducia con la città»

Il candidato del Pd si isola con i fedelissimi nella ex sede «Colpa delle criticità locali. Zero accordi con la Querzè»

27 maggio 2014
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Chiuso nel bunker dell’ex sede Pd di via Divisione Acqui. Prima la giunta regionale, ma è durata ben poco rispetto al pomeriggio di attesa dove Gian Carlo Muzzarelli ha preferito starsene in solitaria.

Arrivato da Bologna, il protagonista della maratona elettorale si è rifugiato con i fedelissimi esattamente come era successo in occasione delle primarie. Un ritiro scaramantico, pochi eletti seduti attorno ad un computer e il telefono bollente per avere il punto della situazione dai seggi. Moglie e figlia provano ad alleggerire la tensione. Così, minuto dopo minuto, per Muzzarelli è stato un pomeriggio all’ultimo respiro, fatto di alti e bassi.

Il problema è che gli alti si sono concentrati nelle prime tre ore di scrutinio: fino allo spoglio di 50 sezioni su 187, Muzzarelli teneva attestandosi fino ad un “massimo ribasso” che era comunque superiore al 52 per cento. Poi lui, come il Pd, hanno cominciato a perdere fino ad arrivare al giro di boa che sanciva un inesorabile 50 per cento. A quel punto i telefoni hanno smesso di squillare e si è preferito aspettare in silenzio l’esito dello spoglio che si è fatto attendere con discreta lentezza prima di poter sprigionare una gioia più che motivata vista la situazione che si era venuta a creare. Già, perché la partenza del mattino, con quel Pd che a Modena valeva oltre il 55 per cento, aveva messo un po’ di tranquillità al Pd, che sapeva sarebbe stata dura, ma non così, fino al nuovo passo indietro, quasi attorno alle 22, con 139 seggi scrutinati su 187. E da lì il crollo, attestatosi poi fino alla debacle conclusiva del 49,7 per cento.

Poi Muzzarelli trova le parole per commentare: «Innanzitutto, desidero rivolgere un ringraziamento agli elettori modenesi che in un momento di distanza dalla politica hanno votato con percentuali importanti e ben sopra alla media nazionale, e che nel voto per il Parlamento Europeo hanno confermato la vocazione europeista della città. Il voto amministrativo ha invece confermato l'esistenza di una criticità del governo e della politica locali, di cui ero pienamente consapevole quando ho accettato di candidarmi, proprio con l'intento di ricucire i rapporti tra l'amministrazione ed i cittadini e di ridare a Modena una marcia in più. Fin da subito, ho lavorato per riannodare i fili, consapevole, come ho dichiarato più volte, che il ballottaggio era un'eventualità molto probabile. Con l'impegno di tutta la coalizione e dei candidati, che ringrazio, abbiamo raggiunto un risultato ragguardevole sfiorando il successo al primo turno; un risultato che ci consente di affrontare il secondo tempo da una posizione di grande autorevolezza e consenso. Peraltro la coalizione realizza un risultato che assicura sin da ora al centrosinistra la maggioranza dei seggi in consiglio. La campagna per vincere l'8 giugno è già iniziata e l'affronteremo con lo stesso spirito di apertura, ascolto e innovazione con cui ci siamo proposti finora, rendendo ancora più chiaro il nostro messaggio di cambiamento. Faccio appello a tutti gli elettori della sinistra e del centro moderato e riformista, e in generale a tutti gli elettori modenesi che desiderano un governo capace ed autorevole, a preparare la partecipazione al voto per scegliere un governo all'altezza delle ambizioni di Modena»

Poi l’arrivo alla Manifattura, nel quartier generale pubblico, davanti ad una cinquantina di fedelissimi, per cercare la carica giusta dei prossimi quindici giorni: «Non cercherò accordi con nessuno e nemmeno con la Querzè». Così, giusto per capire che aria tira...

Davide Berti

@dvdberti

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