Scandalo nella Sanità/Appalti pilotati e tangenti al Policlinico di Modena: 63 indagati tra loro l'ex-direttore Cencetti e la moglie - VIDEO
Perquisizioni all'alba dei Carabinieri del NAS di Parma e i colleghi dell’Arma territoriale di 16 province e 8 Regioni Le accuse: associazione per delinquere, corruzione, abuso d’ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, riciclaggio
Appalti pilotati al Policlinico. Dalle prime ore di stamane i Carabinieri del NAS di Parma e i colleghi dell’Arma territoriale di 16 province e 8 Regioni stanno eseguendo sequestri preventivi di beni per oltre un milione di euro a pubblici amministratori d per appalti pilotati. Indagate 63 persone. Seguono aggiornamenti
L'INDAGINE DELLA PROCURA. L'indagine è coordinata dalla Repubblica della Repubblica di Modena e condotta dai Nas di Parma che ha portato a smascherare un collaudato sistema di tangenti per l’acquisto di strumentazioni mediche e per l’affidamento di lavori al Policlinico di Modena. In particolare i pubblici amministratori procedevano, attraverso appalti pilotati, all’aggiudicazione di lavori e forniture di strumentazioni mediche con la procedura dell’individuazione diretta della ditta senza rispetto dei principi della libera concorrenza e della scelta del contraente in violazione delle norme del Codice degli Appalti.
GLI INDAGATI Tra gli indagati anche l’ex Direttore Generale del Policlinico (Stefano Cencetti), suoi stretti collaboratori e professionisti, responsabili a vario titolo di associazione per delinquere, corruzione, abuso d’ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, riciclaggio. Gli accertamenti si sono concentrati sulle procedure adottate per l’affidamento di alcuni appalti al Policlinico di Modena a far data dal 2007 in avanti.
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— Gazzetta di Modena (@gazzettamodena) 29 Maggio 2014
APPALTI SOTTO ESAME IN DUE SETTORI Due i settori di attività pubblica in cui si estrinsecavano atti illegittimi e coscientemente diretti a procurare indebitamente vantaggi patrimoniali nei rapporti con i privati, contraenti della Pubblica Amministrazione:
a) appalti con grandi gruppi imprenditoriali del ramo edile e servizi, consorzi di imprese aggiudicatari di commesse anche pluriennali ed anche di ingente valore per conto del Policlinico di Modena, nonché imprese designate per l’esecuzione delle opere appaltate;
b) appalti di forniture e servizi più specificamente attinenti alle attività di assistenza della struttura ospedaliera e, quindi, a contratti intercorsi con soggetti privati del ramo biomedicale. L’indagine ha posto in luce un sistema di dazioni di denaro complesso e macchinosamente strutturato. I pagamenti non avvenivano mai in modo diretto ed immediato dal privato al pubblico ufficiale ma seguivano un percorso più tortuoso che, quantomeno nelle prime fasi, ostentava una parvenza di legittimità.
ENTI DI COMODO. Gli esborsi delle imprese private corruttrici, infatti, consistevano in accrediti su conti correnti che facevano capo a enti in vario modo collegati ad alcuni dei principali indagati e avevano come oggetto sociale l’organizzazione di servizi volti alla divulgazione e promozione scientifica. Le rimesse di denaro si giustificavano apparentemente come corrispettivi per l’organizzazione di convegni o per sponsorizzazione ad enti no profit o provider in servizi strumentali ad attività scientifiche e di ricerca. Il sistema ha evidenziato anche il ricorso al riciclaggio dei proventi illeciti attraverso la collusione di enti e società.
TRE SOCIETA DI "FAMIGLIA"' In tale contesto, infatti, operavano tre società – oggetto di provvedimento di perquisizione - riconducibili ai principali indagati su i cui conti correnti veniva fatto transitare il denaro frutto della tangente che successivamente veniva – attraverso false fatturazioni – trasferito sul conto corrente di un poliambulatorio di proprietà della consorte di uno degli indagati. Sono in corso sequestri preventivi, ai fini della confisca, di circa euro 1.500.000,00 (unmilionecinquecentomila) sui conti correnti bancari riferibili a indagati e società collegate. Gli atti eseguiti saranno,ora, sottoposti al vaglio dell’Ufficio GIP del Tribunale di Modena.
LA REGIONE: "MASSIMA COLLABORAZIONE" "Da parte nostra forniremo la massima collaborazione alle autorita' inquirenti, in modo tale da far emergere al piu' presto eventuali responsabilita' individuali, a tutela del buon nome che il sistema sanitario dell'Emilia-Romagna ha saputo conquistarsi nel tempo". Cosi', in una nota, l'assessore alla Sanita' della Regione Emilia-Romagna, Carlo Lusenti, ha commentato l'indagine della Procura di Modena, su presunti reati commessi a danno del Policlinico della citta'. "I fatti che vengono contestati - ha scritto l'assessore - riferiti alla precedente gestione prefigurano, qualora venissero accertati, responsabilita' gravi e fortemente lesive per l'immagine di integrita' dell'intero sistema sanitario regionale". Per Lusenti, "e' evidente che in questa vicenda la Regione Emilia-Romagna e l'intero Servizio sanitario regionale sono parte lesa, ed in quanto tale ci tuteleremo in ogni sede, nel rispetto delle tante persone che lavorano onestamente nelle nostre strutture sanitarie e della qualita' dell'assistenza che ci viene universalmente riconosciuta"