Gazzetta di Modena

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Ricky Portera: una chitarra per un cd tra rabbia e amore

di Nicola Calicchio
Ricky Portera: una chitarra per un cd tra rabbia e amore

“Fottoli” è il nuovo album del musicista modenese ora a Roma per girare il video Collaborazioni, da Curreri a Gualdi, e una canzone scritta per Vasco Rossi

28 maggio 2014
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NONANTOLA. A distanza di sette anni dalla sua ultima pubblicazione ritorna con un nuovo disco Ricky Portera. Un mito della chitarra, per genialità ed espressività, che ha saputo in questo ultimo lavoro, lanciato ieri e dal titolo “Fottoli”, confezionare e realizzare sapientemente un progetto ambizioso. La sua voce particolare, miscelata ad arrangiamenti calibrati, non possono passare inosservati anche per la squisitezza dei testi e dei suoi assoli sempre magistrali e inappuntabili. Ieri Ricky Portera, per tanti anni al fianco di Lucio Dalla, era a Roma per mettere a punto le riprese del video della canzone che dà il titolo all'album.

«È un disco di ribellione anche se ci sono dentro storie d'amore - spiega il chitarrista - È un po' una presa di coscienza autobiografica di tutto quello che sta accadendo. L'incazzatura, la mortificazione che le istituzioni ci hanno dato.. Ma potrebbe essere anche un messaggio d'incitamento per reagire a tutto questo. Naturalmente in maniera non violenta, ma piuttosto furba e un po’ subdola, come spesso fanno loro nei nostri confronti. È una ribellione a questo momento storico dove tutti sanno ma nessuno fa davvero qualcosa per cambiare. Cambiano le facce, cambiano i colori ma alla fine rimane tutto come prima».

Sono testi in cui c’è anche un aspetto autobiografico?

«Sostanzialmente appartengono tutti a me. Sono sensazioni mie sia nel bene che nel male. Poi ci sono state anche diverse collaborazioni».

Quali?

«Gaetano Curreri degli Stadio, Pierdavide Carone che era prodotto da Lucio Dalla, Pino Scotto con cui ho suonato anche di recente a Parma. Luca Madonia dei Denovo e tanti altri amici musicisti, soprattutto batteristi come Roberto Gualdi, Vanni Pezzoli, Sergio Pescara».

È vero che queste canzoni le avevi scritte per altri?

«È così. Poi mi hanno convinto che era meglio che le facessi io».

È una rarità che tu decida di incidere un disco...

«Non mi piace e non credo ai dischi. Il disco oggi deve servire per farti conoscere e per promuovere maggiormente l’attività dal vivo. E magari anche per compensare la scarsa remunerazione del lavoro concertistico. Questa è la realtà. In questo album ho suonato le chitarre, le tastiere e il basso, proprio per risparmiare. Spesse volte quello che si spende non rientra».

Nel nuovo album c'è una canzone, “I vicoli di Modena”, che risale al 1992.

«Proprio così, l'avevo scritta per Vasco Rossi. Una volta quando giravi per Modena incontravi solo amici, ogni via del centro era punto di ritrovo. C'erano il bar Alba, il bar Italia, il Nazionale, in via Taglio tutto il passeggio. Oggi giri per Modena e non c'è più niente. Se non la delusione di non trovare più la città di allora. Non l'ho mai incisa, poi questa volta è accaduto. L'ho fatta suonare ad un gruppo di Palermo, i Calvi, e mi hanno divertito molto anche se sono intervenuto sulle chitarre».

C'è anche un brano dedicato a Massimo Riva.

«Anche questo l'avevo scritto per il disco del 2007. Non sono mai stato io a decidere cosa mettere. Questa volta il disco è tutto mio e non ho avuto dubbi nell'inserirla. C’è anche una canzone del mio primo album “Quelle come te”. Il brano per Massimo onvece si chiama “Che male fai”; mi rivolgo a lui come se avesse fatto male a qualcuno perché quando te ne vai lasci sempre del dolore».

Quindi fai dischi, fondamentalmente per suonare live?

«I primi due dischi non sono andati bene. Non c'è stata mai una vera promozione. Probabilmente li hanno conosciuti solo gli addetti ai lavori e qualche amico. Questa volta ho fatto tutto da solo o quasi. Adesso sono a Roma per realizzare il video su “Fottili”, poi c'è ne sarà un altro sulla “Tua vita”. E dopo deciderò cosa fare».