Gazzetta di Modena

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Sisma e alluvione, va bene così La rabbia non fa presa: il Pd vince

di Francesco Dondi
Sisma e alluvione, va bene così La rabbia non fa presa: il Pd vince

Riconfermate tutte le amministrazioni uscenti, premiate dalla capacità di gestione delle emergenze I critici escono ridimensionati e le percentuali “bulgare” portano allo scoperto il popolo che non urla

28 maggio 2014
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C’è un popolo silente che non risponde ai sondaggi, non scrive sui social, non partecipa ai forum, magari non compra neppure i giornali, non si informa e bada semplicemente al proprio orticello: giovani e anziani, lavoratori e disoccupati, un magma fluido e impossibile da catalogare. Sono loro che di fatto hanno indirizzato le elezioni nei paesi della Bassa dati in bilico. A Bastiglia, ad esempio, ci si attendeva una bastonata storica per il Pd dopo le accuse e le manifestazioni contro l’ormai ex sindaco Fogli, parafulmine della malagestione dell’emergenza alluvione. Ed invece il partitone si salva - e bene - non fa il 50 per cento, ma in compenso si riconferma in municipio. Ma tutti i delusi dove sono finiti? Sparpagliati tra le altre tre liste senza che le loro istanze trovino una legittimazione popolare. Prendete il caso di Antonio Spica, fautore della No tax Area ed ex presidente di un agguerrito comitato che ad ogni riunione ha aumentato gli uditori. Ebbene, è arrivato ultimo, non per le sue - legittime - rivendicazioni, ma forse perché il popolo silente ha ricordato il suo ruolo politico passato e presente, che si ispira al centrodestra. Non ha fatto presa, così come escono sconfitti tutti coloro che hanno puntato il dito contro le amministrazioni comunali uscenti. Burocrazia nella ricostruzione del terremoto, pratiche lente, troppe inaugurazioni in pompa magna, poca attenzione al cittadino, immobilismo sul fronte fiscale: ecco le critiche rilanciate dai social network - ormai uno specchio, più o meno veritiero, della realtà - e talvolta raccontate anche dal semplice cittadino a qualche cronista inviato nei piccoli paesi devastati. Ma evidentemente non tutti considerano la situazione così drammatica da sentirsi in dovere di bocciare il lavoro degli ultimi anni. Non lo hanno fatto tutti coloro che una casa l’hanno sistemata e neppure chi - beato lui - è potuto tornare subito tra le mura domestiche. Non ci hanno pensato gli imprenditori che, pur faticando, sono ancora fiduciosi dei rapporti costruiti negli anni con la storica classe politica dirigente e men che meno lo ha fatto quella massa acritica.

Nella Bassa, al netto di tutte le catastrofi degli ultimi due anni, si sta ancora bene e perché cambiare quando la vita scorre tranquilla? Non c’è motivo. Così come - le elezioni di domenica lo dimostrano - le critiche ambientali o gestionali che siano non fanno breccia nella massa votante. Gli scandali comunali (li chiamano così) vengono scordati in poche ore tranne da chi li vive sulla propria pelle: la memoria ha da sempre le gambe corte.

Ma forse c’è un altro motivo per cui Medolla, San Possidonio e Bomporto restano al Pd con percentuali bulgare, Mirandola non va al ballottaggio, San Felice e Concordia viaggiano in carrozza ed è più semplice di quello che ci raccontiamo: la gente apprezza il lavoro dei sindaci e delle loro giunte. Punto. Non ci sono altarini o analisi politiche sofisticate per decretare che i vari Molinari, Accorsi, Borghi e Silvestri hanno operato bene. Certo, ci sarà sempre qualche scontento, ma sono minoranza. Potranno continuare a criticare, ad arrabbiarsi, a fare da pungolo per migliorare, ma il loro ruolo - se non sarà condito da una visione nuova con risposte vere ai quesiti personali della gente - resterà tale ad oltranza. Lo sarà per il centrodestra di San Prospero, incapace di sfruttare l’immobilismo amministrativo e le divergenze del Pd degli ultimi anni così come per lo stesso schieramento di San Felice e Mirandola. In controtendenza c’è solo Cavezzo, l’unico barlume di speranza per chi ancora crede che “un’altra Bassa è possibile”. Venturini ci è arrivato vicino, il suo ruolo di volontario e uomo di paese lo ha premiato ma i problemi di rappresentatività manifestati dall’ex assessore Lisa Luppi si sono palesati in tutta la loro evidenza. E così un altro Comune in bilico non si è mosso, come del resto non lo hanno fatto né Ravarino né tantomeno Campogalliano, enclave rossa di un tempo ora stritolata da un’integrazione complessa e da quel ruolo di paese dormitorio da cui cerca di divincolarsi. Lì i danni del terremoto e dell’alluvione sono stati vissuti soltanto di rimbalzo, ma paradossalmente, se non cambierà il ritmo decisionale e strategico, sono i due paesi più appetibili... tra cinque anni, però.

@francescodondi

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