Gazzetta di Modena

Modena

Spilamberto, rubavano cavi di rame alla ditta 13 a processo

Spilamberto, rubavano cavi di rame alla ditta 13 a processo

In particolare, spiega la Polfer, l'attivita' delittuosa era condotta da undici dipendenti della ditta Pbm di Spilamberto.

28 maggio 2014
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Tredici persone sono state

rinviate a giudizio per l'appropriazione indebita di cavi di rame della Telecom alla fine di una indagine della Polfer dell' Emilia Romagna. Tra gli indagati 11 dipendenti della ditta Pbm Impianti, un dipendente Telecom, rinviato a giudizio anche per reato di simulazione di reato, ed il titolare di una ditta di recupero rottami metallici di Bologna, per ricettazione continuata. L'inchiesta era nata durante i controlli di routine alle aziende che si occupano di recupero di materiale ferroso che la Polfer fa per contrastare il mercato illecito di rame rubato in sede ferroviaria.

L'indagine, coordinata dalla Procura, nacque infatti da un controllo amministrativo nei confronti di una ditta di recupero che mise in luce emerse irregolarita' nella tenuta della documentazione amministrativa. Irregolarita' da cui poi si e' risaliti alle responsabilita' degli indagati.

In particolare, spiega la Polfer, l'attivita' delittuosa era condotta da undici dipendenti della ditta Pbm di Spilamberto (Modena), che eseguiva lavori di manutenzione degli impianti elettrici per conto di Telecom Italia. All'insaputa dei titolari, ed in accordo con due dipendenti Telecom, che avevano il compito di sovrintendere i lavori, gli 11 si sono appropriati dei cavi di rame e altri metalli ferrosi rivendendoli all'azienda Ferriani Lamberto di Bologna.

L' importo complessivo ricevuto in contanti dagli indagati e' stato, per quanto accertato dall'inchiesta, di 209.599 euro, per una serie di conferimenti all'azienda di recupero rottami per un totale di 72.325 kg di rame e ferro, nel periodo 2006-2008.

L'attivita' delittuosa si completava, in alcuni casi, attraverso le false denunce di furto del rame che in realta' veniva venduto all'azienda di rottami, che pagava in contanti, rilasciando unicamente una autofattura intestata agli indagati.