Gazzetta di Modena

Modena

Uffici del giudice di pace: si indaga per corruzione

di Carlo Gregori
Uffici del giudice di pace: si indaga per corruzione

La Procura di Ancona sospetta falsi e gravi illeciti per almeno una pratica riguardante sanzioni automobilistiche. Coinvolto anche un magistrato onorario

28 maggio 2014
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La Procura di Ancona, competente per le indagini riguardanti i magistrati, sta conducendo un’inchiesta su un caso di presunta corruzione all’interno dell’Ufficio del Giudice di Pace di Modena. Si tratta solo di un’ipotesi, pare non suffragata ancora da prove specifiche, basata su un fascicolo in particolare riguardante un ricorso amministrativo del settore automobilistico. Indagati anche i due cancellieri che avevano in cura il fascicolo: solo gli stessi al centro di un’indagine appena conclusa dalla Procura di Modena su anomalie nelle assenze durante le ore di lavoro.

Il caso è delicato e grave ed era al centro di voci che circolavano già da settimane, finora senza alcun riscontro. A concretizzarlo è stata invece una perquisizione compiuta dai carabinieri alla fine della scorsa settimana sia negli uffici di via San Pietro, dove era stato trattato al caso ora al vaglio del magistrato marchigiano, sia a casa dei cancellieri che lo curavano. Tutto è iniziato a fine dicembre. Sotto le feste natalizie alla cancelleria del Giudice di Pace ci si è accorti che i documenti di un fascicolo che stava trattando un giudice onorario non erano stati trattai secondo prassi. Le lacune nella pratica hanno insospettito i responsabili che hanno segnalato il caso ed è stata così avviata l’indagine da Ancona, Procura competente. Parallelamente, la Procura di Modena indagava per truffa ai danni dello Stato i due cancellieri. Una vicenda che ha destato scalpore, dato che i due cancellieri sono reputati persone irreprensibili e particolarmente attente al loro lavoro. In questo caso, ai due sono state contestate ore di assenza non giustificate. Gli accertamenti della Procura ora sono finiti e al difensore dei due è stato notificato l’atto di fine indagine.

Ma questa vicenda collaterale è sicuramente meno importante dei sospetti di falso e altri illeciti particolarmente gravi che aleggiano nell’inchiesta di Ancona. Oltre al fascicolo che ha dato via all’accertamento e poi all’inchiesta giudiziaria non si sa se ci sono altri casi al vaglio del magistrato. Fatto sta che solo nei giorni scorsi si è arrivati a una stretta importante nelle indagini con la perquisizione dei carabinieri. Tuttavia, a quanto è dato sapere, non sono state trovate specifiche prove di corruzione.

Si tratta insomma di capire se gli atti irregolari hanno comportato un vantaggio per chi aveva fatto ricorso (riottenere la patente oppure l’annullamento di multe o altre sanzioni). Perché è questo il fulcro degli accertamenti: si ipotizza che ci fossero atteggiamenti “elastici” verso alcune pratiche. In cambio di cosa, ancora non si sa. E non è detto che risulti qualcosa di illecito, alla fine delle indagini: per questo vengono condotte nel massimo riserbo. Ovviamente resta segreto anche il nome del magistrato onorario sul quale si sta indagando.

L’indagine punta, insomma, a ripercorrere l’iter di alcune pratiche, a partire da quella iniziale, per capire se le presunte irregolarità dei documenti sia dovuta davvero a un comportamento di natura penale oppure ad altri motivi.

Non si esclude che i carabinieri possano tornare i prossimi giorni per acquisire altro materiale utile a chiarire i fatti.