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Appoggi: tanti alla finestra Querzè... fuori dalla porta

di Marcello Radighieri
Appoggi: tanti alla finestra Querzè... fuori dalla porta

Fra gli altri partiti prevale la linea attendista: aspettano segnali dai contendenti L’assessore con il 7%: «Muzzarelli non vuole trattare con me? Non sono stupita»

28 maggio 2014
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Muzzarelli o Bortolotti? A 24 ore dallo spoglio che ha regalato a Modena il primo ballottaggio della sua storia elettorale, non si registrano endorsement definitivi. Tutt’altro: è ancora troppo presto per parlare di alleanze, accordi, indicazioni di voto.

Nella sfida tra Pd e M5S, i partiti esclusi dal secondo turno esitano a schierarsi. In molti prendono tempo, rimandando la decisione alla volontà dei simpatizzanti. Alcuni dichiarano addirittura di voler aspettare «una prima mossa» da parte dei due contendenti. In questo gruppo c’è Antonio Montanini, leader della lista CambiA MOdena, forte degli oltre 4mila voti raccolti: «Sono Muzzarelli e Bortolotti ad avere le carte in mano, noi aspettiamo le loro mosse». Da parte sua, garantisce che «non ci saranno preclusioni di sorta». Anzi, la decisione verrà presa con «molto pragmatismo. Ci interessano i contenuti: se uno dei due candidati volesse farsi carico delle nostre proposte, saremmo disponibili al dialogo».

Sulla stessa lunghezza d’onda - più o meno - Vittorio Ballestrazzi. Nemmeno la lista “Modena, Salute Ambiente”, infatti, sbatte la porta a priori: «Se i due sfidanti ritenessero opportuno consultarci, ci troverebbero disponibili a sederci intorno ad un tavolo. Proporremo le nostre posizioni e le nostre idee, del resto già note. Ma non saremmo certo noi a bussare alla loro porta».

A dirsi pronto a «dialogare con tutti» è anche Flavio Novara, rappresentante della lista di sinistra l’Altra Modena. Una linea definitiva ancora non c’è: in merito al ballottaggio «non abbiamo ancora deciso nulla, ci penseremo questa sera, dopo aver analizzato il voto». Di certo, c’è che il voto segnala una «forte crisi del gruppo dirigente di questa città. Il Pd deve fare un ragionamento profondo».

Poi viene lei, Adriana Querzé: 6750 voti, il 7%. Un ricco bottino, che le consegnerebbe di diritto il ruolo di “interlocutore privilegiato” in vista del secondo round elettorale. Muzzarelli, però, si è affrettato a precisare che «non cercherò accordi con nessuno e nemmeno con la Querzé». Lei non si dice sorpresa, anzi, se lo aspettava: «A suo tempo non siamo riusciti a trovare un accordo», e quelle parole sarebbero la conferma di tale divergenza. Da parte sua, l’assessore uscente conferma di non avere ancora un orientamento preciso: «Stiamo cercando di capire lo scenario, che è estremamente complesso. Anzi, direi che una situazione più liquida di così non si possa proprio avere... L’analisi del voto ci dice alcune cose. In primis, che il traino Renzi ha funzionato quasi ovunque. A Modena, purtroppo, no».

Come purtroppo? Sperava forse in una vittoria di Muzzarelli al primo turno?

«No, non mi metta in bocca cose che non ho mai detto. Mi sono sempre collocata nell’area di sinistra. Di conseguenza non sono contenta se il centrosinistra non va bene. 10mila persone sono entrate in cabina votando Pd alle Europee e orientandosi diversamente alle Comunali. Questo tema non può essere taciuto». E questo perché sono stati commessi molti errori, prosegue la Querzè, «a partire dal tema del cambiamento, che evidentemente «non è stato esplorato a sufficienza. Da qui - conclude - il centrosinistra deve ricominciare. Questi segnali dovranno essere presi in considerazione già durante le prossime due settimane».

Infine, il centrodestra. Diviso al suo interno e in profonda difficoltà, e allo stesso tempo cruciale in vista del secondo turno. Giuseppe Pellacani ne è ben consapevole, tanto da dover premettere che «io sono il candidato di tre partiti. Esprimo una posizione personale, dopodiché immagino che i singoli partiti possano avere opinioni differenti». Da lui, infatti, non arrivano «chiusure a priori»: «Aspettiamo di vedere quali sono i progetti in campo, anche perché vogliamo garanzie di buon governo. In una battuta: se nessuno dei contendenti mi convincerà, l’8 giugno andrò al mare».

Ma viene subito “smentito” da Michele Barcaiuolo, leader di Fratelli d’Italia: «L’ipotesi di sostenere Muzzarelli non è nemmeno da prendere in considerazione. Al tempo stesso, non penso che Bortolotti rappresenti una valida alternativa. Potrebbe dare un segnale di discontinuità, ma non sono sicuro che vada nella giusta direzione. In ogni caso ci riuniremo e valuteremo».

«Fra Pd e M5S è meglio astenersi - dichiara Enrico Aimi, coordinatore provinciale di Forza Italia: «No al Pd, partito delle tasse, della burocrazia e artefice delle fallimentari politiche di accoglienza. No ai grillini, movimento delle urla inconcludenti, dell'arroganza morale e del reddito di cittadinanza». L'indifferenza verso il ballottagio, spiega Aimi «non è neutralità ma calcolo politico: l'obiettivo è che il nuovo sindaco sia eletto almeno da un elettore in meno del 50%: un mezzo sindaco».

Ad interpellare gli iscritti sul da farsi, poi, sono anche Carlo Giovanardi - la riunione di NCD è prevista per venerdì - e la Lega di Stefano Bellei, che si è riunita ieri sera.