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«Ecco il sistema Modena che ho combattuto»

«Ecco il sistema Modena che ho combattuto»

Daniele Giovanardi, ex primario del Pronto Soccorso, mette in fila tutti gli eventi e con una lettera firmata da Snami e Ncd ricostruisce la sua battaglia durata anni

29 maggio 2014
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È stato buon profeta? Lo dirà la magistratura. Certo è che tutto si può dire a Daniele Giovanardi, tranne di non essere stato chiaro su questi temi. E proprio pochi giorni fa aveva ricostruito le vicende della sanità modenese, guarda caso proprio nell’era Cencetti. Uno scontro, quello tra Giovanardi e l’ex direttore generale, andato avanti per anni a colpi di dichiarazioni al veleno. Nessuno dei due oggi lavora più al Policlinico, ma l’ex primario del pronto soccorso ha voluto addirittura mettere tutto nero su bianco. Lo ha fatto insieme allo Snami, il sindacato che da sempre lo vede impegnato in prima linea, e al Nuovo Centrodestra, a testimoniare come politica e sanità siano più vicine di quanto non si immagini.

Giovanardi, non a caso, parte proprio dall’Expo 2015: «I recentissimi fatti di cronaca sugli appalti per l’Expo 2015 obbligano ad una riflessione su “chi controlla chi” nella nostra città. Nella nostra città, negli ultimi anni sono stati resi pubblici e inviati alle autorità documenti che in altre città avrebbero suscitato, allarme, indignazione e spesso l’intervento della Magistratura. A Modena nulla».

Giovanardi passa in rassegna tutto l’operato di Cencetti: «Nel dicembre 2006, fonda e presiede il centro studi HFM (Hospital Facility Management). Il dottor Cencetti scrive che il centro studi promuove la conoscenza della Facility Management ospedaliero inteso come scelta aziendale e controlla tutte le attività che non riguardano il “core business assistenziale” ma l’affidamento a terzi di tutti i servizi».

E prosegue: « Nel novembre 2009, il dottor Cencetti firma l’aggiudicazione definitiva della procedura ristretta: “affidamento in global service di servizi alberghieri ed di lavori di validazione, di realizzazione di edifici funzionali all’espletamento dei servizi stessi, a favore delle associazioni temporanee di imprese. Un appalto per un importo di 122 milioni di euro in nove anni».

Giovanardi allarga il quadro anche sui lavori edilizi, anche questi nominati nella nota diffusa ieri dal comando dei Nas di Parma: «Negli anni in questione è intercorsa una dura polemica tra il sindacato Snami e il dottor Cencetti per le documentate inadempienze nella ristrutturazione del Policlinico. Nonostante un piano decennale di interventi dal 2001 al 2010, termine previsto dei lavori di consolidamento, poco o nulla era stato fatto e dopo il terremoto dell’Aquila tutte le istituzioni modenesi erano state pubblicamente ed ufficialmente informate che una scossa di terremoto avrebbe compromesso definitivamente la struttura del Policlinico. E così è stato. Purtroppo l’attuale direzione generale, dopo aver garantito per mesi sulla saldezza del Policlinico, è dovuta ricorrere ad un ennesimo finanziamento straordinario di 70.000.000 per mettere in sicurezza l’edificio. Senza parlare poi della palazzina della diagnosi e cura, 400 metri quadri collassati , solo per miracolo, senza vittime. È desolante vedere, fermo da anni, un gigantesco scavo (fondamenta della palazzina per i servizi, mai realizzata) e pensare che con quel denaro si sarebbe potuto bonificare una buona fetta del Policlinico. La cosa più tragica è che tutto questo nasce da una precisa scelta politica che coinvolge la Regione e la conferenza dei sindaci in particolare il sindaco Pighi e il presidente della Provincia Sabattini».

Accuse dure, circoscritte, che Giovanardi nei mesi scorsi ha presentato anche alle autorità competenti: «Ammettiamo che non si siano mai accorti dell’enorme giro di denaro gestito come sopra descritto, ma non possono non assumersi la responsabilità di aver spaccato in due la sanità modenese dividendo competenze e specialità per due ospedali, distanti dieci chilometri fra loro, con aspetti anche angoscianti per l’assistenza ai traumatizzati: gli adulti trasportati sempre e comunque all’ospedale di Baggiovara con la motivazione che là c’è un centro dedicato al trauma e in questo modo sono più garantiti, mentre donne gravide traumatizzate e bambini traumatizzati vengono trasportati da tutta la provincia al Policlinico dove non è prevista nessuna risposta organizzata al trauma (perché se ci fosse già non si capirebbe la cattiveria /stupidità di trasportare sino a Baggiovara i pazienti traumatizzati nei pressi del Policlinico). E qui torna in ballo in modo prepotente la politica. I direttori generali e i direttori sanitari sono nominati direttamente dai politici e non possono permettersi autonomia nelle scelte strategiche, in compenso hanno in mano le carriere degli operatori sanitari. Purtroppo la scelta è stata quella di coprire gli errori del passato e di perseverare nello spreco per consolidare anche per il futuro una situazione insostenibile».

Davide Berti

@dvdberti

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