Gazzetta di Modena

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L’altalena dell’ex direttore che finisce con Cardiologia

di Davide Berti
L’altalena dell’ex direttore che finisce con Cardiologia

Persona determinata, con lui l’ospedale cresce prima di cadere con le indagini di emodinamica e dermatologia. La difesa d’ufficio, poi l’ammissione degli errori

29 maggio 2014
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Persona determinata, come va di moda dire oggi “un uomo del fare”. Così è Stefano Cencetti, così era ai tempi del Policlinico, dove arriva a metà del 2006 e dove resta quasi sei anni. Sei anni in cui il Policlinico è passato dal top al flop, non per semplici opinioni ma per dati di fatto: pensate all’ospedale che era per poi arrivare al punto più basso, quello della vicenda Cardiologia del novembre 2010, esplosa a più riprese nei mesi successivi. Un Policlinico che non trova pace e che ricominciava giusto ora a ritrovare la sua dimensione tra i venti cantieri del post-terremoto. E invece è arrivata l’ennesima grana, per usare un eufemismo. Tutto risale all’epoca Cencetti.

Cencetti che arriva da Baggiovara dopo la costruzione del nuovo ospedale, diventa direttore generale del Policlinico nel giugno 2006 e dal dicembre dello stesso anno fonda e presiede il centro studi Hfm (Hospital Facility Management). Poi il tanto discusso global service del 2009, un maxiappalto da 122 milioni di euro che suscitò diverse polemiche, fino ad arrivare, appunto, ai casi di Cardiologia e Dermatologia.

Su Cardiologia Cencetti ci ha messo qualche mese a dare una reale dimensione alle cose. Le dichiarazioni per provare a reggere l’urto furono del tipo «non si presentano anomalie operative».

Le conclusioni alle quali sono arrivati, invece, i medici che hanno composto la commissione regionale sono però pesantissime. Si legge «inappropriatezza nelle indicazioni e nelle gestioni delle complicanze che può essere fonte di rischio e può creare le condizioni per il verificarsi di eventi avversi». Viene formalmente chiesto a Cencetti (all'epoca direttore generale del Policlinico) di prendere provvedimenti. Il Codacons, che aveva portato in Procura un esposto e una documentazione su decine di casi (oltre 90), difende diversi cittadini che raccontano la loro storia personale in seguito ad interventi subiti nel reparto. Scatta l' inchiesta della procura della Repubblica. Inizialmente sono due gli avvisi di garanzia. Nel frattempo lavorano anche i Nas. Sangiorgi, responsabile del laboratorio di emodinamica, si dimette.

Il 15 novembre 2012 comunica di essere indagato nell’ambito dell’inchiesta “ Camici sporchi”, sei mesi dopo aver lasciato il suo ufficio al Policlinico, ufficialmente promosso a Piacenza ma di fatto non confermato. Lo fa sapere lui stesso, precisando che a suo carico viene ipotizzata l’omissione di atti di ufficio «relativamente ad un unico studio (giudicato clandestino) sul quale non avrei compiuto tutti gli atti necessari in qualità di direttore generale». Cencetti precisa anche che dal 1 gennaio 2013 sarà in pensione «avendo rinunciato al mio attuale incarico in regione in data 31 ottobre, precedentemente ai provvedimenti della magistratura». Sull’incarico a piacenza, assunto da Cencetti dopo l’avvicendamento a Modena con Licia Petropulacos, aveva puntato il dito il gruppo M5s in Regione, parlando di una retribuzione annua lorda di «546.480 euro» la rinuncia a proseguire nell’incarico, spiega sempre Cencetti, «è motivata da questioni strettamente personali legate anche al terremoto». Fino alla notizia di ieri che lo riporta sotto i riflettori.