Gazzetta di Modena

Modena

Villaggio Giardino, «Non è un monumento a sorpresa» - FOTO

di Michele Fuoco
Villaggio Giardino, «Non è un monumento a sorpresa» - FOTO

Polemica sulla statua di otto metri in via Da Vinci. L’artista: «Se ne parla da anni»

30 maggio 2014
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«Sono quattro anni che si parla di questo monumento e c'è qualcuno che abita qui e sostiene di non sapere nulla. Sempre i soliti... Due o tre personaggi di queste parti che ogni tanto si lamentano di qualcosa». Romano Buffagni, autore della scultura dedicata alle vittime del lavoro che, tra quattro mesi, avrà collocazione definitiva davanti alla chiesa di Gesù Redentore, in via Leonardo da Vinci, risponde per le rime ad abitanti del Villaggio Giardino che si lamentano che nel quartiere si fanno interventi, senza essere coinvolti o almeno informati. Buffagni è autore di altre opere pubbliche, anche all'estero, tra cui quella del "Cristo Unificatore dei Popoli", voluta da Papa Giovanni Paolo II, a Czestocowa, in Polonia.

Ma perché solo ora la protesta?

«Stiamo lavorando alle fondamenta per dare una solida base al monumento. Forse a qualcuno dà fastidio anche il recinto di protezione che abbiamo messo per evitare eventuali incidenti alle persone».

Sono state date adeguate informazioni ai residenti?

«Si sono fatte tante assemblee: con don Marco, parroco della vicina chiesa, alla Fondazione Marco Biagi, alla Sala Monzani, nel 2010, alla presenza anche del Ministro del Lavoro Sacconi, alla Polisportiva Corassori, al Centro Civico. Una pubblicità a vasto raggio: nei negozi, davanti ai supermercati, con i volontari dell'Associazione mutilitati ed invalidi del lavoro (Anmil) che mostravano alle persone il bozzetto per la raccolta di fondi».

Quanto si spende e da chi viene pagato il monumento?

«Si spendono in tutto circa 50mila euro. Alcuni lavori vengono fatti da imprese, diventate sponsor. I soldi provengono da una sottoscrizione interna all'Associazione, da piccoli contributi del Comunedi Modena, dei Comuni dell'Unione Terre di Castelli e di quelli del Comprensorio Ceramico, nonché dalle quattro Fondazioni bancarie del territorio.

Quando sarà pronto il monumento?

«A fine settembre o i primi di ottobre, in tempo per la festa nazionale dell'Associazione. Stiamo realizzando la base: una quadrata di quattro metri su cui poggia un'altra circolare e l'ultima triangolare. Il tutto fa parte del monumento di più di otto metri che si innesterà, con bulloni, in tubi che stiamo collocando. L'opera è in acciaio e color bianco, così è più sicura e in consonanza con il colore della chiesa».

Come hai concepito l'opera?

«Dalla madre terra germogliano tre mani, una inerte di chi muore sul lavoro; le altre due in alto, senza dita, si elevano verso il sole in cerca di forze smarrite, ma sempre nutrite di speranza e forte volontà, che proiettano al cielo una colomba, spirito di pace forgiato sull'incudine, custode di fiducia nel futuro».

Da quando ti stai occupando della scultura?

«Ci lavoro intensamente da alcuni mesi. Ma ho fatto, nel tempo, prima quattro bozzetti per dare possibilità di scelta. Mi sono confrontato con l'Associazione, don Marco e il progettista milanese (architetto Mauro Galantino) della chiesa, per creare una scultura intonata al luogo sacro. Non è un lavoro improvvisato, ma a regola d'arte. A seguire le varie tappe, sin dall'inizio, è il Comitato pro-monumento, di cui è presidente Maurizio Borelli».