Gazzetta di Modena

Modena

Pd, è un calo di consenso senza attenuanti

Dal 2008 toccato il punto più basso pagando la scelta affannosa e non programmata di idee e progetti

28 maggio 2014
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È il punto più basso. Il punto più basso da quando esiste il Pd (fatta eccezione per le Regionali, ma si sa che quelle elezioni hanno una partecipazione sempre diversa e difficilmente paragonabile alle altre tornate), il punto più basso di un Pd che non si dà spiegazioni di fronte ad un dato di fatto: ci sono state diecimila persone che, a distanza di pochi secondi, hanno deciso di votare Pd da una parte ma non dall’altra. Che piaccia o no il dato è questo. Non è colpa del plebiscito grillino che non c’è stato, non è colpa dell’astensionismo che a Modena è stato decisamente più basso che altrove. Mancano dei voti al Pd perché qualcuno ha scelto di dare un segnale. Il più chiaro mai ricevuto fino ad oggi.

Veltroni, col pullman, all’esordio del Pd fece 57989 voti: era il 2008. Dato precipitato, come si vede nel grafico qui a fianco, nei tre anni successivi per poi tornare a risalire con Renzi. Fino a domenica, fino alla scheda marrone, non a quella azzurra che ha avuto l’epilogo che fa rima con ballottaggio. Ecco perché, oggi più che mai, per il Pd non c’è in ballo solo il governo della città, ma anche la credibilità di un partito.

Il commento ufficiale del Pd è, fino a questo momento, molto freddo. Lucia Bursi, segretario provinciale, traccia un bilancio di tutti i 36 comuni ma non può non soffermarsi su Modena: «Una tornata elettorale, quella delle amministrative, che si chiude con un buon risultato per il centrosinistra che si conferma forza di governo nel modenese. Ventotto comuni, sui 36 al voto, sono al centrosinistra. Particolarmente significativo il voto raccolto dai sindaci delle zone del cratere sismico e dell'alluvione: sono tra i candidati che hanno ottenuto i maggiori consensi, a ulteriore testimonianza del valore del lavoro e dell'impegno dei sindaci, da sempre, in prima linea nelle situazioni di emergenza. Per tre comuni - le zone che già i sondaggi pre-voto davano in bilico - si conferma il ballottaggio già fissato per domenica 8 giugno. Anche in questi tre comuni - Modena, Sassuolo e Vignola - i nostri candidati sono largamente i primi, compreso Sassuolo dove il candidato che è arrivato secondo è il sindaco uscente. Emblematico il caso di Modena dove il ballottaggio è scattato per meno di 300 voti di differenza: Gian Carlo Muzzarelli è arrivato al 49,7% staccando il secondo arrivato di ben 33 punti percentuali. Il nostro lavoro continua, con ancora maggiore determinazione»

Nell’analisi sul momento, l’ex assessore Simona Arletti, già certa del suo posto nel nuovo consiglio comunale, scrive sul suo blog personale: «Se guardiamo al totale preferenze espresse per i 32 candidati del Pd, quest’anno sono 15582 mentre nel 2009 furono 9477, evidentemente la politica si è più personalizzata, cosa che ha aspetti positivi di identificazione con una persona di fiducia ma al tempo stesso segnala che ci si fida poco delle idee e dei progetti se non incarnati dalla persona giusta. Io sono tra quelli che il noi vien prima dell’io». Le preferenze sono aumentate prima di tutto per via della doppia preferenza, e non perché tante più persone hanno deciso di affidarsi ad un nome. Ma se è vero quello che scrive la Arletti, il Pd avrebbe dovuto iniziare già qualche anno fa ragionamenti su idee e persone, anzichè lavorare in affanno come nella scelta di Muzzarelli, che in questa vicenda è certamente più vittima che colpevole. (d.b.)

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