Gazzetta di Modena

Modena

Chioschi, Zincani valuta il dissequestro «Ma l’inchiesta resta»

Chioschi, Zincani valuta il dissequestro «Ma l’inchiesta resta»

Demolire i pilastri in cemento non fermerà il procedimento Gaetano Galli: anche il nuovo piano del Comune è irregolare

30 maggio 2014
3 MINUTI DI LETTURA





Si apre uno spiraglio per il dissequestro da parte della Procura dei chioschi "bulgari" Bobotti, Bar Elio, Cedro e Tosco del parco della Rimembranza. Ma, anche qualora si verificasse questa possibilità, non si “cancelleranno” gli eventuali reati che dovessero emergere dall’inchiesta di Vito Zincani e del pm Claudia Natalini.

Proprio il Procuratore capo ha spiegato che le due vicende possono essere slegate tra loro: «Abbiamo nominato - dice Zincani - il consulente urbanistico cui in tempi brevissimi chiederemo il giudizio tecnico soprattutto su un quesito: il ripristino del parco, con abbattimento delle strutture in cemento, è compatibile con i vincoli urbanistici del Comune?». Altro aspetto, continua il ragionamento del Procuratore, è appunto l'eventuale processo penale che seguirà il suo corso.

Sempre ieri l'ambientalista Gaetano Galli ha annunciato la nascita di un comitato a tutela del parco lungo i viali e ha attaccato pesantemente l'ultima delibera della giunta Pighi sul problema chioschi. Galli l'ha confrontata con l'ordinanza del tribunale del Riesame spiegando le difformità: «Il responsabile del settore pianificazione del Comune, ha indotto gli assessori comunali a recepire informazioni sul parco, il verde e i chioschi che sono false e completamente contrarie a quanto ha deciso il Riesame». Galli mette soprattutto in guardia i quattro gestori con i chioschi sotto inchiesta: «Il Comune vi ha fatto prima una proposta sbagliata e con condizioni capestro per voi e quindi ora state attenti a firmare altre carte che vi sottopongono. Si tratta infatti di una variante di atti illegittimi. Oltre ai tecnici e assessori comunali ha grandi responsabilità la soprintendente Paola Grifoni che poteva fermare il progetto prima che le imprese iniziassero a costruire e danneggiare il parco. La soprintendenza è un organo istituzionale che deve vigilare e intervenire mentre addirittura ha indotto il Comune in errore dicendo che lì si poteva costruire, anche dopo avere visto il progetto del Bar Elio».

Galli parla di "tecnici incompetenti" ed entra poi nel merito: «Dopo il progetto comunale - continua Galli - che reca pregiudizio alla conservazione del parco tutelato perché si voleva adibirlo a usi incompatibili, va detto che la giunta prosegue nel suo disegno. La giunta non è rispettosa dei modenesi, perché non è che calando da sette a tre i chioschi risolve il problema: lì si possono realizzare piccoli chioschi disponibili per chi frequenta il parco e non ristoranti aperti tutto l'anno. Nell'ultima delibera del 19 maggio si dice che i chioschi erano preesistenti, ma è falso visto che il Tosco al momento dei lavori non c'era più e inoltre non c'è mai stato il chiosco del Cedro di fronte all'ex Questura. Il problema è che il Municipio continua a ritenere valida, seppur ridimensionata, la presenza di ristoranti, pizzeria e bar nel parco della Rimembranza».

Ora i pilastri in cemento, senz'altro la parte più evidente del problema, non sono più secondo l'ambientalista il problema centrale: «Non si può edificare nel parco niente di ex novo perché lì sono ammessi solo gazebo e piccoli depositi per attrezzi, chioschi come le vecchie baracchine a cui poi nel corso del tempo si sono aggiunte parti incongrue. Le vecchie strutture non avevano carattere di fabbricato, come invece ce l'hanno quelle in progetto». E infine le altre "falsità" secondo Galli: «I condotti delle reti non sono tutte all'interno della struttura, e la permanenza della platea di fondazione mantenuta dal Comune danneggia eccome il verde storico del parco. Come cittadini attenti ci chiediamo come sia possibile che ancora non si sia dato corso alla emissione di avvisi di garanzia dopo che Gip e Riesame hanno ben individuato i reati ipotizzati».

Stefano Luppi