Gazzetta di Modena

Modena

un fumetto “salva-vita”

Ictus, parte una campagna per riconoscerlo

di Beatrice Ferrari
Ictus, parte una campagna per riconoscerlo

Nelle case modenesi 300mila brochure: accorgersi dei sintomi in tempo è fondamentale

30 maggio 2014
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In questi giorni nelle case di 300mila modenesi saranno distribuite brochure per informare sui sintomi dell'ictus, con l'obiettivo di agevolare l'accesso alle strutture ospedaliere tramite il 118. Dai dati si evince che l'ictus cerebrale è una malattia la cui frequenza sta aumentando, anche in relazione all'invecchiamento della popolazione. Nella provincia di Modena si prevedono fra 1000 e 1600 ictus l'anno (nel 2013 i ricoveri dovuti a questa patologia sono stati 1375). Ed è proprio in virtù dell'incidenza della malattia e dal preoccupante dato che la maggior parte delle persone non reagisce tempestivamente al manifestarsi dei sintomi, con gravi conseguenze, che nasce la campagna attuata nell'ambito dello studio "Eroi" (Educazione e ritardo di ospedalizzazione ictus). Partita da Parma, la campagna a Modena vede impegnati la clinica Neurologica dell’ospedale di Baggiovara e la Neurologia del Ramazzini di Carpi, con il supporto dell'associazione di volontariato per la lotta all'ictus cerebrale "Alice". Le brochure di questa campagna si presentano sotto il particolare aspetto del fumetto, che ha come protagonista il 118, rappresentato da un supereroe. Risparmiare tempo, guadagnare vita chiamando il 118 e non sottovalutare i sintomi. Sono questi i messaggi della campagna di comunicazione, «affinché si incoraggi l'utilizzo dei servizi ospedalieri», commenta Mariella Martini, dg dell'Ausl. «Non appena si cominciano ad avvertire i primi sintomi della patologia, come la comparsa improvvisa di una paralisi o debolezza e formicolino al viso, braccio, gamba, visione annebbiata, difficoltà a parlare e a comprende frasi semplici, mal di testa improvviso, si vede chiamare tempestivamente il 118. Solo in questo modo il paziente può accedere alla terapie migliori», spiega Paolo Nichelli, direttore di Neuroscienze.