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Modena, Patenti ritirate: si indaga sulla “riconsegna sprint”

Modena, Patenti ritirate: si indaga sulla “riconsegna sprint”

Al centro dell’inchiesta ci sarebbero un giudice di pace e due funzionari In cambio di denaro acceleravano le pratiche. Numerosi fascicoli al vaglio

30 maggio 2014
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«Senta, se lei ha fretta a ottenere la sua patente sequestrata, un mezzo per riaverla ci sarebbe... Però bisogna spendere una certa cifra. Ce li ha pronti quattro, cinquemila euro? In contanti?». Era questa la frase magica in grado di aprire il cuore e il portafogli, per chi poteva permetterselo, e tornare in possesso in tempi velocissimi del documento di guida. Prezioso, per chi come rappresentanti e camionisti, deve usare le quattro ruote per lavorare. Indispensabile strumento per non fermare l’attività, la patente di guida poteva essere stata sequestrata per gravi o ripetute infrazioni.

LE CARTE. Ci sarebbero queste pratiche - soldi per accelerare la riconsegna delle patenti - al centro dell’inchiesta su un giudice di pace e due funzionari degli uffici del Giudice di Pace, in via San Pietro. Cosa stanno cercando gli inquirenti tra le carte sequestrate e i fascicoli portati via dalla sede che è già sottosopra per il trasloco delle sedi provinciali?

Sono pochi i punti fermi. Tanto per cominciare l’accuratezza delle verifiche e delle perquisizioni dei carabinieri di Ancona, che stanno esaminando centinaia di fogli sequestrati. Sembra evidente, visto che i militari sono arrivati in trasferta sino a Modena e che hanno interrogato i funzionari dopo gli orari di ricevimento del pubblico, il coinvolgimento di un magistrato. Uomo o donna non si sa, ma di sicuro uno degli otto giudici di pace devono essere nel mirino delle indagini, perché altrimenti non si spiegherebbe l’arrivo della Procura della Repubblica di Ancona. Senza entrare in dettagli di procedura penale, basti dire che nelle inchieste a carico di magistrati, i colleghi competenti non sono quelli vicini: il codice prevede che gli inquirenti debbano venire da fuori regione.

IL SEGRETO. Detto questo sarebbe utile capire modi e tempi della denuncia, dell’esposto o della segnalazione, per capire quanto è esteso il fenomeno dei reati contro la pubblica amministrazione: ma questo è oggetto d’indagine ed è sotto tutela per il segreto istruttorio. Che in questi casi è blindato.

C’è un secondo aspetto dell’indagine, che riguarda gli impiegati, i funzionari infedeli che hanno fatto da tramite per la “compravendita” di atti giudiziari. Si parla con ragionevole certezza di due soli funzionari sul totale. Ma da quando sono scattati i controlli tensioni e veleni tra i dipendenti sono quotidiani. Per dare un’idea di quanto siano tenute supersegrete le carte, basti dire che il numero e l’elenco dei fascicoli sequestrati è ignoto a tutti. Di volta in volta, quando qualche legale cerca una pratica per un assistito, si scopre che non c’è più, prelevata e spostata ad Ancona. Gli addetti ai lavori ci restano di sale, ma questo è il lavoro quotidiano.

I PROCACCIATORI. Dunque, mettendo insieme i pochi, piccoli indizi che sono noti nell’inchiesta, sarebbero non più di tre le “mele marce”, ovvero i funzionari sotto inchiesta. Ed è ancora presto per capire quanto sia esteso il fronte, ben più ampio pare di capire, di procacciatori d’affari. Ovvero quel sottobosco fatto di avvocati, agenzie pratiche auto, impiegati anonimi che al momento giusto trovano il nome giusto per arrivare in pochi giorni - dietro pagamento - a riavere la patente. La scorciatoia passava da via San Pietro, questa l'ipotesi al vaglio degli inquirenti, dove solo pochissimi sapevano del traffico di favori non gratuiti per cui certe pratiche finivano in mano allo stesso funzionario.

Se la tecnica per risalire all’illecito è abbastanza lineare, ripercorrendo all’indietro i fascicoli superveloci, molto più laborioso diventa trovare nel mare delle pratiche, apparentemente con i timbri in ordine, quelle con le date sospette. Un’operazione da certosini, che comporta pazienza e tanto lavoro.

Il grosso delle indagini è concluso? Molti elementi sono stati acquisiti; restano questioni accessorie, altrettanto importanti in sede processuale. Non resta che aspettare i prossimi passaggi dell’inchiesta per vedere quali reati eventualmente saranno contestati e quali esclusi, anche se la strada è ancora lunga e difficile.

Saverio Cioce