Gazzetta di Modena

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La forza di Hdq premiata da dipendenti e banche

di Giovanni Vassallo
La forza di Hdq premiata da dipendenti e banche

Mirandola. Il gruppo meccanico ha inaugurato la sede dopo lunghi lavori Tornano i 150 addetti trasferiti a Verona e gli istituti di credito hanno fiducia

31 maggio 2014
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MIRANDOLA. Mentre le piccole-medie imprese continuano ad arrancare, le grandi aziende tornano lentamente ad operare sul territorio. Il gruppo Hdq (capofila delle società “Di Quattro”, “A Uno Tec”, “Meccanica Di Quattro” e “Micronica”) ieri mattina ha ufficialmente sancito la propria ripartenza.

La storia della ditta, che si occupa di meccanica avanzata (in particolare per il packaging), incarna la volontà e la tenacia degli imprenditori emiliani, capaci di trovare una soluzione anche dove non sembrano esserci vie d’uscita immediate. Il crollo della sede principale, datato 20 maggio 2012, aveva comportato danni irrimediabili alle attrezzature ed alle macchine in spedizione. Dopo aver allestito tensostrutture d’emergenza presso le aree di parcheggio aziendali, i tre soci fondatori (Fiorenzo Borghi, Gianfranco Luppi e Moreno Leporati) hanno preso in mano la situazione e a luglio 2012 Hdq era già operativa presso gli stabilimenti di Sona, in provincia di Verona. Qui il gruppo nato nel 1980 ha potuto affittare spazi per 4mila metri quadrati, trasferendovi l’intero ciclo produttivo.

Incoraggiati dalla comprensione dei clienti, che nei momenti di difficoltà non hanno sospeso gli ordini, i 115 dipendenti si sono così sobbarcati fino al febbraio scorso 180 chilometri al giorno pur di raggiungere il proprio posto di lavoro. Ora il termine degli interventi di ricostruzione, iniziati nell’aprile 2013, e il taglio del nastro dei nuovi stabilimenti.

Presenti all’inaugurazione, il sindaco Maino Benatti, l’assessore regionale alle attività produttive Gian Carlo Muzzarelli, monsignor Francesco Cavina e Giovanni de Filippo, vicepresidente del gruppo Tetrapak (uno dei principali clienti di Hdq). L’area di via dell’Industria è stata realizzata con criteri progettuali di avanzata sicurezza sismica (la struttura portante è in acciaio) ed energeticamente all’avanguardia, con due impianti fotovoltaici sulla copertura. C’è però da dire che sono poche le aziende che dopo il sisma hanno potuto contare sull’appoggio di cui ha potuto beneficiare Hdq, che nei momenti di difficoltà si è trovata al proprio fianco banche disponibili a finanziare un intervento che ammontava a circa 9 milioni di euro. Allo stesso tempo il gruppo ha poi potuto usufruire dei rimborsi dell’assicurazione, mentre non vi è ancora traccia di rimborso dei 600mila euro stanziati dai tre soci per coprire i costi dell’affitto degli stabilimenti, servizio mensa e trasporto per i dipendenti. Ed è proprio a questa “gelatinosa burocrazia” che fa riferimento Maurizio Marchesini, presidente Confindustria Emilia-Romagna. «Sono ancora tante le lungaggini che impediscono la ripresa dell’intero settore produttivo - spiega - Senza dubbio le Pmi hanno molte più difficoltà e faticano a ricevere cospicui finanziamenti».