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Muzzarelli 75%, Bortolotti 25%: la sfida dell’8 giugno inizia così

di Davide Berti
Muzzarelli 75%, Bortolotti 25%: la sfida dell’8 giugno inizia così

Il calcolo delle percentuali sulla base del totale dei voti raccolti dai due partiti, ipotizzando che vadano a votare solo coloro che già avevano dato la preferenza. Ma ci sono tante incognite

31 maggio 2014
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Il confronto tra Muzzarelli e Bortolotti non parte da 49,7% e 16,3%, il risultato dell’urna elettorale di domenica scorsa, bensì da 75 contro 25 per cento.

Sono queste le percentuali, infatti, che risulterebbero se al ballottaggio votassero solo coloro che al primo turno hanno dato la loro preferenza ai due candidati sindaco.

Non sarà così, la Lega ha già detto che sosterrà Bortolotti, quindi il calcolo porterebbe a un 72 contro 28 per cento con quasi 29 mila voti di differenza tra i due e “solo” 66 mila elettori rispetto ai quasi 95.500 che hanno espresso un voto valido al primo turno.

Il centro destra ha già dichiarato di non votare al ballottaggio e questo significherebbe mettere in frigo i 12 mila voti di Pellacani e i 3.800 di Giovanardi.

Difficile dire cosa faranno effettivamente gli elettori di Ballestrazzi e Novara (complessivamente meno di tremila, ai quali è stata data libertà di voto), il nodo politico di questi dieci giorni è quindi tutto nelle scelta di chi ha votato Querzè (6.755) e Montanini (4.133).

Non sono numeri che sulla carta possono ribaltare il risultato, ma se Muzzarelli, oltre a riportare al voto tutti coloro che lo hanno votato al primo turno, non riuscisse a recuperare una quota significativa di questi elettori avrebbe perso la prima occasione per cominciare a sciogliere alcuni dei nodi politici che il Pd si trova ad affrontare dopo aver smarrito domenica scorsa oltre 10 mila voti nel passaggio tra l'urna delle Europee e quella delle Comunali.

Se nella domenica del ballottaggio voteranno in 75 mila, quindi significa che si saranno recati alle urne anche una parte significativa di chi al primo turno ha votato Querzè o Montanini. Sarebbe già un primo risultato che, però, determinerebbe per Muzzarelli un obiettivo più ambizioso rispetto al semplice “un voto in più dell'avversario” che gli consente di indossare la fascia da sindaco. La vittoria vera, quella che significherebbe per lui aver riaperto un dialogo con gli elettori di Querzè e Montanini, si collocherebbe in questo scenario attorno ai 55 mila voti, non a caso gli stessi del Pd alle Europee, con una percentuale che ballerebbe tra il 72 il 75 per cento.

Ricapitolando. Primo obiettivo Pd: portare la gente a votare, almeno 75 mila elettori.

Secondo obiettivo Pd: ottenere più del 70 per cento.

Questa percentuale (oltre il 70) con meno elettori significherebbe aver consolidato al ballottaggio i voti del primo turno. Ma niente di più.

Una percentuale sotto al 70 con 75 mila elettori significherebbe non avere “convinto” chi ha votato Querzè e Montanini.

Entrambi non hanno speso parole di elogio per Muzzarelli in queste ore e non è detto che lo faranno. Ma è altrettanto vero che non è nemmeno detto che gli elettori di Querzè e Montanini rispondano fedelmente ad eventuali endorsement dettati dai candidati. Quello che è vero, Pd o M5S che sia, è che sarà un ballottaggio interessante. Comunque vada a finire.

@dvdberti

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