Gazzetta di Modena

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«Eroina a quindici anni Vi racconto la mia storia»

di Gabriele Farina
«Eroina a quindici anni Vi racconto la mia storia»

Ora è in cura al Sert: «Sto riconquistando la mia vita, voglio fare il parrucchiere» «La prima volta? Mi hanno convinto gli amici. Se tornassi indietro direi di no»

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«Non voglio più passare quello che ho passato». Parla un ragazzo modenese che ha iniziato presto con le droghe e che ora ne sta uscendo, seguito dal Sert. Nella nostra città un nuovo utente su quattro del servizio contro le tossicodipendenze è minorenne. Luigi (il nome è di fantasia) ha raccontato la sua esperienza.

«La prima volta con l’eroina avevo quindici anni - spiega - non è stato uno sballo come quello che dà di solito quando ti senti quasi morto. Eravamo a ballare, mi hanno offerto di fumarla dicendo che tanto non succedeva nulla. All’inizio non ero tanto d’accordo, poi ho ceduto. Se dovessi tornare indietro direi di no».

È stato l’inizio di un difficile percorso in salita. «Ho avuto una famiglia un po’ instabile, io stesso ero instabile. La prima canna l’ho fatta con gli amici per stare bene. Con l’eroina è un discorso totalmente diverso. Ancora adesso prendo metadone. All’inizio venivo al Sert e lo prendevo per coprirmi, non volevo smettere».

Luigi dice di essere stato influenzato da cattive compagnie nella nostra città, dove è arrivato da Vignola. «I miei si sono separati e io ho smesso di andare a scuola in terza media perché volevo andare a lavorare, ma ho perso tanto tempo. C’è un altro ambiente a Modena rispetto a Vignola, lì non c’è tutto questo spaccio. A Modena si vedono persone a dodici anni che si fanno, noi alla loro età al massimo fumavamo le canne, anche se non dico che molti si fanno le spade (s’iniettano eroina). Una mia amica era una ragazza seria, poi ha incontrato un tipo che si faceva dalla mattina alla sera e si è ritrovata in mezzo alla strada».

Secondo Luigi, gli adulti spesso dicono che la droga fa male, senza però spiegarne gli effetti: «I genitori e i più grandi dicono no alla droga, ma non ci spiegano cosa succede a chi ne fa uso. I miei mi hanno sempre detto di non drogarmi, però non mi hanno mai spiegato cosa davvero vuol dire. Ho visto un sito in America, leggibile da tutti, in cui tutti i ragazzi raccontano le loro esperienze con la droga. C’è anche chi ha cinquant’anni ed è in comunità dopo vent’anni di consumo. Le loro esperienze ti fanno capire cosa davvero accade e che la droga è una cosa che ti cambierà la vita».

Oggi il giovane sta studiando per diventare un parrucchiere. «Sto un po’ riconquistando la mia vita dopo tutti gli errori che ho fatto. Avevo trovato un lavoro presso uno dei più bravi parrucchieri della provincia, se avessi saputo comportarmi meglio sarei rimasto lì. Alcuni amici mi hanno voltato le spalle nel momento del bisogno, ma vado avanti. Il Sert mi ha seguito bene, loro ti spiegano le cose come sono».

Il Servizio tossicodipendenze, diretto dal dottor Claudio Ferretti, organizza incontri con le scuole per far conoscere meglio gli effetti delle droghe, oltre alla normale attività di cura degli utenti.

«Se uno ha davvero la volontà di uscirne ce la fa - ha ripreso Luigi - sono sicuro. Devi farlo però per te stesso, non per gli altri. Quando loro se ne vanno, poi tu rimani solo. Oggi mi sveglio la mattina, i primi cinque o dieci minuti sento un po’ di caldo, poi prendo il metadone e passa».

La vita di Luigi è cambiata da quando ha deciso di curarsi. Ma ogni giorno resta una sfida: «È stato difficile riprendere la concentrazione per studiare. Mi ha aiutato un’amica, ora mi sto preparando per gli esami. La mia passione è nata grazie a un amico che andava in classe con me. Spero di trovare uno studio e diventare un parrucchiere per dimostrare ciò che valgo. Le cattive compagnie non le frequento più - conclude - Un paio di volte sono venuti a chiedermi se uscivo con loro, ma ho sempre detto di no».

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