Duello in aula su Ralenti: abuso d’ufficio prescritto?
Ieri udienza sugli scandali edilizi di Serramazzoni: il difensore dell’ex sindaco sostiene che il reato è “scaduto” ma la parte civile lo nega. I giudici si riservano
SERRAMAZZONI. Udienza infuocata al processo sui presunti abusi edilizi che vede come imputati l’ex sindaco Luigi Ralenti, Rocco Antonio Baglio e altri sette imputati per reati gravi: abuso d’ufficio, corruzione, turbativa d’asta, associazione a delinquere, occultamento di documenti. Davanti al primo Collegio, presidente il giudice Di Bari, il difensore di Ralenti, avvocato Luca Scaglione, ha chiesto la prescrizione del suo assistito sostenendo la nullità del capo di imputazione che riguarda l’abuso d’ufficio. Scaglione ha infatti sostenuto che i fatti contestati all’ex sindaco sono del 2003, per quanto riguarda una scrittura privata ritenuta dall’accusa alla base del reato, e il 2006 per la sua presenza al consiglio comunale nel quale si discuteva del terreno della Berzigara. Quindi si tratterebbe di reato prescritto. Non solo: l’avvocato ha sostenuto che stando alla ricostruzione del pm Claudia Natalini il reato contestatogli non è arrivato a perfezione, in quanto i soldi gli sono stati dati nel 2003 sotto forma di assegni contro la scrittura privata per riconversione del terreno, quindi anni prima che Ralenti potesse esercitare un comportamento, da primo cittadino, che gli procurasse un ingiusto profitto.
A questa richiesta fatta in via preliminare si è associato l’avvocato Irene Casto per conto di Giordano Galli Gibertini, l’ex centravanti del Modena negli anni Settanta e ora costruttore: anche per lui richiesta si prescrizione e in subordine assoluzione “perché il fatto non sussiste”. Galli Gibertini era accusato di abuso d’ufficio in concorso con Ralenti, occultamento e distruzione di documenti. Anche in questo caso si fa menzione della scrittura privata del 2003. Ma cosa contiene questo documento consegnato ai giudici? Ralenti si impegnava con Braglia che aveva dato formalmente dato i soldi a Galli Gibertini. I soldi sarebbero stati restituiti da Galli Gibertini qualora i terreni della Berzigala non fossero passati da agricoli ad artigianali. Scaglione afferma insomma che il voto del sindaco non è stato determinante. Tesi contestate dalla parte civile, avvocato Pina di Credico, sostenendo che il termine di prescrizione non si poteva far decorrere dal 2006 ma dal gennaio 2011, perché Ralenti partecipò a una delibera di giunta comunale nella quale venne ratificato l’accordo di programma e i terreni vennero quindi riconvertiti da agricoli ad artigianali: quindi, non ci sarebbero gli estremi per la prescrizione. Quanto all’ingiusto profitto, la Di Credico ha riconosciuto che i soldi furono dati nel 2003, prima dell’omissione, ma è anche vero che il reato venne perfezionato nel 2011 con quell’atto. I giudici si sono riservati. Prossima udienza il 24 giugno.