Tangenti al Policlinico /Favia: allargate l’inchiesta anche su Baggiovara
Il consigliere regionale punta l’indice sull’altro ospedale Zavatti (Cgil): «La legge anticorruzione deve essere applicata non solo a parole»
Mentre si attendono nuovi sviluppi sull’indagine per tangenti che ha riacceso i riflettori della giustizia sul Policlinico, continuano ad arrivare pesanti accuse.
Chi cerca di fare chiarezza è Franco Zavatti della Cgil, che da tempo si occupa di appalti come responsabile di legalità e sicurezza del sindacato: «Da tempo, il sindacato indica con forza alcuni passaggi assolutamente necessari e fattibili con urgenti decisioni anche territoriali. Le più significative: ridurre fortemente il numero eccessivo e frantumato delle “stazioni appaltanti” e dei centri di spesa nello stesso territorio. Gli oltre 80 enti e centri che solo nella nostra provincia deliberano appalti e contratti, sono un rischio e uno spreco. Vanno costituite le SUA - Stazioni Uniche Appaltanti - e centrali uniche per acquisti e forniture. A partire da un centro unico per i lavori in sanità. L'esperienza degli appalti pubblici per la ricostruzione post-terremoto, gestiti da un unico centro regionale, è positiva e da estendere. Definire ed assumere costi standard, a partire dall'ottimo “prezziario” definito e dettagliato dalla nostra Regione».
Uno dei problemi evidenziati da Zavatti è anche quello dei subappalti: «È la proliferazione dei subappalti che, è risaputo, sono spesso veicolo di modalità di lavoro illegittime o per l'ingresso di imprese sospette. L'ente appaltante potrà richiedere, già in fase di gara, che le imprese concorrenti indichino l'elenco delle eventuali aziende subappaltanti ed i contratti di lavoro applicati. Superamento delle assegnazioni lavori col metodo rischioso del “massimo ribasso” - ancora diffuso per circa l'80% dei casi - ma anche dei facili aggiramenti ben visibili. Sulla carta si può dire “avanti con l'offerta economicamente più vantaggiosa” che però a volte, nei criteri indicati - la sanità insegna - di fatto copre una classica gara col massimo sconto o la prefigurazione del “vincitore”».
Poi un richiamo alle istituzioni: «Agli enti appaltanti chiediamo di assegnare i "punteggi privilegiati" previsti per queste imprese, nelle gare per lavori e forniture; ciò allontana le scelte discrezionali. Anche i fatti e le indagini di questi giorni, confermano la stringente necessità - più volte ribadita anche di recente - di dare reale e non formale attuazione alla Legge Anticorruzione nei servizi pubblici. A partire dalla urgente costituzione di un efficace coordinamento e supporto fra tutti gli Enti - quelli medio piccoli in particolare - nella individuazione delle aree a rischio corruzione, modalità per la prevenzione, formazione e responsabilizzazione del personale addetto. Scelte e bisogni cantierabili nei primi cento giorni (ma bene, anche se fossero 150) delle nuove amministrazioni locali che dovranno mantenere e rinnovare un forte impegno sulla trasparenza e legalità».
Ieri ha rincarato la dose anche Giovanni Favia, il consigliere regionale emiliano-romagnolo ha rivolto un'interrogazione alla giunta regionale in cui cita «i presunti episodi di corruzione che ruoterebbero intorno all'ex direttore generale dell'Azienda ospedaliero-universitaria Policlinico di Modena, coinvolgendo anche una vasta rete di soggetti».
A parere del consigliere, starebbero «emergendo strane transazioni effettuate dall'Ausl di Modena in relazione alla costruzione del nuovo ospedale di Baggiovara» e, «a quanto è dato di sapere - scrive ancora Favia - la rete delle indagini originate dalla vicenda del Policlinico di Modena si estenderebbe anche al territorio di competenza dell'Ausl di Reggio Emilia e dell'Azienda ospedaliera S. Maria la Nuova, coinvolgendo imprese che, sia pur radicate nel territorio reggiano, comparirebbero anche nel gruppo di quelle coinvolte nelle indagini in corso».
Favia segnala anche la «necessità di conoscere quale sia il ruolo di Coop Service», che, «in qualità di capogruppo di un raggruppamento temporaneo di imprese, risulterebbe aggiudicataria del contratto global service sanitario presso gli ospedali di Reggio Emilia per un importo di oltre 120 milioni di euro in nove anni a partire dal 2010».
Il consigliere chiede quindi alla Giunta quale giudizio esprima sull'operato dei vertici aziendali «per non aver vigilato in modo compiuto sugli acquisti e sulle procedure di concessione di lavori pubblici delle strutture da essi dipendenti» e se non ritenga opportuno avviare un'indagine sui rapporti contrattuali delle strutture sanitarie coinvolte nei presunti episodi di corruzione».