Gazzetta di Modena

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Carpi, i musulmani al sindaco: vogliamo una moschea

di Rino Filippin
Carpi, i musulmani al sindaco: vogliamo una moschea

L’associazione degli sciiti pronta a chiedere un confronto con Alberto Bellelli «In via Unione Sovietica c’è poco spazio». Collaborazione con la Sanmarinese

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Adesso che il nuovo sindaco si è insediato sono pronti per chiedergli un appuntamento. I responsabili delle principali associazioni islamiche presenti sul territorio riproporranno ad Alberto Bellelli un problema mai risolto e cioè quello dei luoghi in cui pregare. A Carpi, come noto, sono quattro le “istituzioni” stabili. Si tratta di tre centri culturali in via Unione Sovietica, strada ad alta densità di stranieri, e l’ex scuola di San Marino, momentaneamente chiusa.

Si tratta di spazi non idonei a ricevere centinaia di fedeli, tanto che, ad esempio in via Unione Sovietica, spesso i residenti carpigiani sono costretti a chiamare le forze dell’ordine per far valere i loro diritti in termini di riduzione del traffico nelle strade del quartiere e di sicurezza nelle sale che si trovano all’interno dei palazzi.

Il gruppo degli sciiti, di origine pakistana, a Carpi conta oltre 500 fedeli, ma a volte, in certe occasioni di preghiera, i frequentatori del centro culturale si moltiplicano. Così a volte si rende necessario utilizzare un capannone della polisportiva Sanmarinese. «Sono molto educati - dice il presidente Carlo Saccani Vezzani - e rispettosi delle regole. Quando invitano i loro amici delle provincie del nord Italia sono costretti a pregare nel prato. Il loro numero, infatti, in certe occasioni supera le 2500 unità». «A Bellelli - dice il neo responsabile dell’associazione dei musulmani sciiti - chiederemo di aiutarci a trovare uno spazio coperto per almeno mille persone. Penso che circa 500 metri quadrati potrebbero andare bene. Noi potremmo finanziare la realizzazione dell’immobile. Una moschea per tutti i musulmani presenti in città? Non è una buona idea: ci sono modi e tempi diversi di pregare. Confidiamo nella capacità di ascolto del nuovo sindaco».

«Noi - spiega Afid, responsabile dell’associazione dei marocchini residenti a Carpi - stimiamo Bellelli. Abbiamo avuto modo di conoscerlo quando era assessore e molti di noi l’hanno votato. Siamo convinti che continuerà sulla strada percorsa fino ad ora e cioè quella della totale parità dei diritti e dei doveri tra italiani e stranieri. Per quanto concerne il luogo di culto, attualmente siamo in via Unione Sovietica in attesa che riapra la sede di San Marino. Per noi la soluzione è sufficiente visto che lo spazio è idoneo al numero di marocchini che frequentano la chiesa. Non pensiamo che una moschea sarebbe una buona soluzione. Inevitabilmente si creerebbero situazioni rumorose che danneggerebbero i residenti. Noi - conclude Afid, che ha quattro figli tutti con la cittadinanza italiana - a Carpi siamo circa 1600 e vogliamo avere un buon rapporto con gli italiani».