Nomadi in via Dalla Costa, un comitato per dire «no»
Una raccolta di firme di artigiani e imprenditori contro l’insediamento collocato lungo la strada e davanti ad aziende e capannoni: «Qualcuno intervenga»
Sta diventando una convivenza difficile e per questo diversi artigiani e industriali della zona hanno deciso di costituire un comitato. Siamo in via Raimondo Dalla Costa, alla destra di via Nonantolana uscendo dalla città. Un lunga via di una zona di capannoni e attività lavorative di vario genere che termina con un grande parcheggio. È lungo tutto questo tratto di strada che stanno aumentando gli insediamento di nomadi: roulotte, mezzi di trasporto, addirittura tende canadesi.
«Nulla di personale - dicono gli artigiani della zona - ma è un dato di fatto che negli ultimi mesi si sono intensificati i furti e le richieste di denaro, proprio contemporaneamente a questa nuova sistemazione. Quello che non si capisce è come un’amministrazione possa tollerare una situazione del genere. A sentire la polizia municipale, che più volte è uscita per verificare le nostre denunce, è stato fatto tutto il possibile. Ma ci chiediamo come possa essere davvero così: se io metto una tenda in un parco - dicono i componenti del comitato che si è appena costituito - mi vengono a prendere e mi fanno una multa intimandomi di rimuoverla subito. Con queste persone non è mai successo».
Mancanza di sicurezza e degrado sono le parole che gli artigiani della zona scrivono nel loro documento sul quale è già cominciata una raccolta di firme.
Un altro aspetto di questa situazione non è tollerato da chi lavora nella zona: «A duecento metri da qui - spiegano - c’è un’area attrezzata proprio per i nomadi, dove queste persone vivono in modo stanziale. Non capiamo perché ne debba esistere un’altra, non autorizzata, lungo la strada e a ridosso delle nostre attività, che certamente non ne beneficiano». La palla, ora, torna quindi nelle mani del Comune e della Polizia Municipale per cercare di trovare una soluzione ad una situazione che ormai perdura da diverse settimane e «che con l’arrivo della bella stagione - dicono - non potrà che peggiorare dal punto di vista del numero delle persone che potranno accamparsi liberamente, favorite anche dalle condizioni climatiche».