Gazzetta di Modena

Modena

Provincia, un finale al sapor di veleno

di Marco Amendola
Provincia, un finale al sapor di veleno

Da mercoledì l’ente decade da ogni funzione, i gruppi di opposizione contro il Pd: «Non ha voluto fare l’ultimo Consiglio»

3 MINUTI DI LETTURA





Mercoledì “muore” la Provincia di Modena. E le ultime scintille in Provincia sono tutte per l’inatteso “rompete le righe” anticipato arrivato il 9 aprile «con il rifiuto alla proposta di tenere l'ultimo Consiglio nella storia dell'ente fondato nel 1859. L'attacco unitario arriva dai consiglieri di Pdl, Lega nord, Udc e Gruppo misto.

«Il presidente del consiglio provinciale Demos Malavasi non ha accettato la nostra richiesta di tenere l'ultimo Consiglio e ha fatto una scelta che non gli spettava e che non doveva fare», attacca il consigliere Dante Mazzi del Pdl che con carte alle mano spiega: «La normativa dice che un quinto dei consiglieri può richiedere di riunire il Consiglio, e il presidente del Consiglio provinciale è tenuto a farlo, inserendo all'ordine del giorno le questioni richieste. A questo punto non capiamo la scelta di Malavasi. Noi eravamo in 9 a chiedere di fare il Consiglio rifiutando il gettone di presenza, con l'obbiettivo di tracciare un bilancio dell'attività svolta in 5 anni, e di fare un documento di indirizzo da consegnare agli amministratori comunali e regionali».

Tutto nasce il 7 aprile, durante la commissione dei capigruppo. In quell'occasione Mazzi propone la convocazione dell'ultimo Consiglio per il 29 maggio «come data simbolica in ricordo del sisma, ma anche per parlare dell'alluvione», spiega il consigliere. Passano i giorni, ma di Consigli non se ne parla. «A questo punto - prosegue Mazzi- chiedo che lavoro ha fatto Demos Malavasi dal 9 aprile al 5 giugno e perché non ha svolto la sua funzione di presidente del Consiglio provinciale, pur prendendo uno stipendio di 2 mila 500euro al mese. Forse qualcuno ha fatto campagna elettorale con i soldi pubblici?». La risposta di Malavasi arriva a Mazzi il 4 giugno. «Il lavoro compiuto in questa legislatura - scrive- è contenuto negli atti adottati, e in questi anni abbiamo compiuto la scelta di convocare il Consiglio solo in presenza di delibere da approvare. Per questo motivo ritengo di non accogliere la proposta di convocazione».

Ma Fabio Vincenzi dell'Udc osserva: «Malavasi rifiuta la nostra proposta, ma convoca una riunione dei capigruppo per l'11 giugno per “aspetti organizzativi di fine mandato”. Insomma è curioso questo atteggiamento di non fare il Consiglio, e di convocare invece una riunione dei capigruppo. Noi volevamo parlare di questioni importanti del nostro territorio, della ricostruzione, dell'alluvione. Insomma abbiamo chiesto di fare fino in fondo quello per cui siamo stati eletti». Per Mauro Sighinolfi del Pdl «il Pd mette in pratica un comportamento poco democratico» e «non c'era niente di male a fare l'ultimo Consiglio anche in modo gratuito per discutere delle istanze del nostro territorio». Mazzi conclude: «Hanno messo una pietra tombale sul consiglio provinciale senza ascoltare le minoranza. Roba da monocolore. A questo punto ci viene da pensare che la scelta di Malavasi sia stata presa dall'alto, da Emilio Sabattini. C'è ancora una piccola possibilità per l'11 giugno, ma i tempi sono stretti. Vediamo. Ma rimane l'amaro in bocca per non finire in un modo degno il nostro mandato».