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Bianchini se la cava L’amianto al cimitero lo bonifica il Comune

Bianchini se la cava L’amianto al cimitero lo bonifica il Comune

Finale. Il Tar: non imputabile all’impresa lo spandimento Già affidati i lavori per i viali. Polemica in Regione per la gara

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FINALE. Il viale del cimitero sarà bonificato dall’amianto ritrovato dopo la rimozione dei container, serviti nei primi mesi dell’emergenza post-terremoto. Ma ad effettuare l’intervento non sarà la Bianchini Costruzioni, già finita al centro di inchieste per lo spandimento illecito, a cui il sindaco Ferioli aveva ordinato l’intervento, ma spetterà al Comune intervenire. La decisione è arrivata dopo una sentenza del Tar a cui Bianchini aveva inoltrato opposizione. Secondo la tesi difensiva, poi accolta, non era possibile imputare all’impresa di San Felice lo spandimento di amianto, misto a ghiaia, in quanto gli interventi di posizionamento dello stabilizzato erano stati effettuati da diverse imprese del settore.

E così, dopo che sull’amianto lungo il viale era stata attivata la magistratura con un esposto dei 5 Stelle, il Comune si è attivato per l’intervento, che costerà intorno ai 40mila euro. L’operazione di bonifica è stata affidata alla Css di Sala Bolognese e nei prossimi giorni l’intera area sarà recintata per permettere agli addetti in tuta bianca di procedere con la rimozione di tutto lo stabilizzato.

Sulla vicenda era nata un’intensa battaglia tra l’amministrazione e le minoranze, le quali avevano organizzato non solo diverse serate informative, ma erano arrivate a manifestare con le mascherine proprio di fronte al cimitero finalese.

Ma di amianto si continua a discutere anche in Regione dopo che il bando di gara per individuare la destinazione finale dell’amianto rimosso durante il terremoto è stata posticipata a metà mese. La scadenza naturale del procedimento era inizialmente fissata al 3 giugno, ma in extremis IntercentEr ha provveduto ad allungare i tempi al 16.

La Lega Nord si è messa subito in allarme e con un’interrogazione del capogruppo in Regione, Mauro Manfredini, ha chiesto alla giunta-Errani “se ritenga tale modalità corretta e a garanzia dei principi di trasparenza e imparzialità degli appalti pubblici”. Gli esponenti del Carroccio, in particolare, chiedono “se e quali offerte siano pervenute entro i termini previsti nel bando e se e quali offerte risultino pervenute a seguito della proroga concessa”. Inoltre, domandano “se si ritenga opportuno non rispondere e impedire la presenza di uditori qualificati, quali consiglieri comunali dei Comuni interessati alla gara (come avvenuto in passato con i finalesi Maurizio Boetti e Lorenzo Biagi, ndr), alle sedute pubbliche e se questo non nega il diritto di informazione e trasparenza riconosciuto agli eletti”. (f.d.)