Galassi: «Proposte comuni per rilanciare le imprese»
Il presidente di Confcommercio risponde a Muzzarelli dopo l’assemblea annuale: «L’auspicio è che la crescita e il lavoro siano al centro delle politiche locali»
Giovedì scorso, oltre a Confindustria, anche Confcommercio ha celebrato la sua assemblea annuale. Carlo Galassi traccia un bilancio del difficile momento che stanno vivendo le imprese prendendo spunto dalle parole di Muzzarelli, che ha invitato tutte le associazioni a farsi partecipi del cambiamento.
Quale è l'umore degli associati?
«Di grande preoccupazione perché è unanime la consapevolezza che l'uscita dal tunnel non è vicina. D'altra parte l'ultimo dato elaborato dal nostro centro studi nazionale ci dice che non c'è ancora alcun segnale di ripartenza sul fronte dei consumi».
In questo contesto cosa può fare la politica?
«La politica, ad ogni livello, può e deve fare molto. Bisogna passare dagli annunci ai fatti concreti, perché le imprese hanno bisogno di un quadro chiaro e semplice di norme e regole perché possano creare crescita e sviluppo, innovazione e nuova occupazione».
E in concreto?
«Serve una forte politica indirizzata al rilancio delle imprese , abbattendo un carico fiscale che non ha eguali in Europa, mettendo in campo incentivi di sostanza per favorire gli investimenti e le assunzioni da parte delle imprese. Va inoltre chiuso definitivamente il capitolo Irap e le aziende devono essere messe in condizione di poter assumere dipendenti con tutele crescenti in base all'anzianità».
Su fronte del credito la situazione come è?
«Preoccupante, perché i rubinetti delle banche sono chiusi. Pensi che stando agli ultimi dati elaborati dall'Osservatorio Credito di Confcommercio nel 2013 è cresciuto del 22% il numero di imprese non in grado di far fronte ai propri impegni finanziari».
Come se ne esce?
«Le banche devono tornare a fare, fino in fondo e per davvero, il loro mestiere».
Aspettative dalle nuove amministrazioni locali?
«L'auspicio è che crescita e lavoro siano al centro delle politiche locali che i nuovi governi di tanti comuni metteranno in atto. Con una specifica attenzione alle Pmi del commercio, del turismo e dell'artigianato, che rappresentano l'ossatura del nostro tessuto economico. Perché ripresa, anche a Modena, ci sarà se le Pmi verranno messe in condizione di “rinascere”».
Secondo quali indirizzi, presidente?
«Valorizzando il ruolo economico e sociale del piccolo commercio, ponendo fine ad una politica espansiva che ha rischiato di svuotare i nostri centri storici, puntando sulla promozione in chiave turistica delle numerose eccellenze del territorio, ponendo in essere azioni rivolte alla riqualificazione urbana ed a restituire decoro a tante parte delle nostre città, riducendo la tassazione locale sulle imprese, a partire dall'Imu».
Davide Berti
@dvdberti
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