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Marzaglia, “attacco” dei droni all’aeroporto - VIDEO

Marzaglia, “attacco” dei droni all’aeroporto  - VIDEO

Una quarantina di studenti a lezione di volo con le fantascientifiche apparecchiature della Sal

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A tu per tu con i droni. Ieri l’aeroporto di Marzaglia s’è trasformato in un laboratorio a cielo aperto. Un evento per conoscere meglio i sistemi aeromobili a pilotaggio remoto, organizzato dalla Sal Engineering, un’azienda che li costruisce. I circa quaranta “studenti” hanno partecipato a una lezione teorica per conoscere le caratteristiche dei vari apparecchi, le loro applicazioni e la normativa vigente. Sono poi partite le dimostrazioni di volo, rimandate di qualche minuto dopo uno scroscio di pioggia. Nella sede dell’Aeroclub era stato posto un treppiedi con uno schermo e un tablet: l’uno serviva per vedere le immagini trasmesse dall’apparecchio, l’altro contiene il piano di volo. Il primo decollo è stato di un esacottero, un dispositivo a sei eliche, al cui bordo era stata installata una telecamera termica rivolta verso il pubblico. Tanta curiosità tra i presenti, non solo i più giovani, vistisi a colori inediti. La tecnologia, hanno spiegato gli organizzatori, può servire per individuare persone disperse o meglio le loro tracce, per controllare lo stato di funzionamento dei pannelli fotovoltaici e altro ancora. «Abbiamo utilizzato i droni dopo l’alluvione - ha spiegato Mario Gattelli, responsabile sviluppo sistemi e piattaforme elettroniche - nella zona di Bastiglia e dove si è rotto il Secchia, assieme ad Arpa, per capire dove si poteva intervenire. C’è un controllo mensile o semestrale degli argini per prevedere eventuali altre fuoriuscite». I dispositivi permettono rotazioni sui tre assi mantenendo fissa la telecamera. «Prima di partire bisogna definire un’area di buffer - ha aggiunto Francesco Mattucci, responsabile commerciale della ditta - in cui potersi muovere in sicurezza. Esistono sistemi come i cavi e il paracadute balistico che riducono i rischi in caso di malfunzionamento elettronico. Un’eventualità che può accadere in due casi su mille. In caso c’è il bottone d’emergenza con cui si toglie l’alimentazione da tutti i motori». «Ormai i sistemi di “autopilotaggio” sono totalmente automatici - ha ripreso Gattelli - chi si avvicina riesce a pilotare in una mezza giornata. Un drone semiprofessionale costa dai duemila euro in su. Hanno tantissimi utilizzi. Nel futuro occuperanno oltre il 10-15 per cento del mercato dell’aeronautica. Sono sistemi che non fanno più rischiare la vita dei piloti». Le dimostrazioni sono andate avanti per circa un’ora. I partecipanti sono rimasti a bocca aperta davanti alle traiettorie ipnotiche di un elicottero in miniatura, prima di rivedere il dispositivo a sei eliche in volo. Al telecomando c’era ancora Gattelli, che ha spiegato come fare a mantenere il controllo. «È un sistema che si basa sull’elettronica - ha ribadito Mattucci - ancor prima che sull’aerodinamica. I dispositivi li costruiamo tutti noi: sono leggeri e possono mantenere le telecamere. Le batterie a bordo durano in media un’ora e mezzo. Prima di volare è necessario avere un’assicurazione».

Gabriele Farina