Gazzetta di Modena

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Una piantagione di droga sui calanchi: due arresti

di Francesco Seghedoni
Una piantagione di droga sui calanchi: due arresti

Scoperta dai carabinieri a Zocca: 800 arbusti di marijuana coltivata in tre serre Avrebbe fruttato 250mila euro. Protetta da tre pitbull e sul terreno di una bimba

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ZOCCA. Una piantagione in piena regola, disposta in tre serre attrezzate di tutto punto, con sistemi di irrigazione e aerazione per creare il “clima” giusto, aree di essicazione e aree per la prima piantumazione nei vasetti. In tutto ottocento piante di marijuana, ben coltivate e curate, alte tra il metro e il metro e mezzo. Piante in grado di produrre fino a 25 kg di droga, per un valore stimabile sul mercato al dettaglio anche di 250mila euro.

La foresta della droga è stata scoperta dai carabinieri di Zocca e Serramazzoni in via Mulinazzo, a ridosso dei calanchi che si affacciano sulla fondovalle del Panaro.

I militari durante i loro controlli del territorio si erano insospettivi per i movimenti che avevano notato sospetti intorno ad un casolare molto isolato. Anche perché nei pressi c’era una serra enorme, e altre due semi nascoste dalla vegetazione e dislocate in una posizione praticamente inaccessibile. «Sono così iniziati - spiega una nota della compagnia di Pavullo - giorni di appostamenti ed osservazione tesi a monitorare i movimenti attorno al casolare, operazioni portate a termine con l’utilizzo di potenti binocoli che hanno permesso di farsi un’idea più chiara delle attività condotte in quella proprietà».

Così lunedì sera è scattato il blitz, che ha permesso di sorprendere i due agricoltori, un trentenne pavullese (B.P. le iniziali del nome) ed un trentacinquenne vignolese (S.S.), intenti a prendersi cura del loro prezioso orto.

Invece sono finiti in manette con l’accusa di coltivazione e produzione e detenzione fini spaccio di sostanze stupefacenti. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Pasquale Mazzei e proseguono per accertare dove finiva la marijuana coltivata.

I carabinieri nel frattempo hanno catalogato almeno trenta ventilatori e una cinquantina di lampade utili per migliorare la qualità della crescita delle piante. Nell’abitazione c’era invece una stanza dedicata alla prima piantumazione nei vasi, un’altra stanza per la raccolta dei “frutti”, insomma non mancava nulla. Da quanto è emerso ieri in Procura, dove si stanno preparando gli atti per la convalida, i due arrestati erano solo domiciliati nell’abitazione.

Dove però si erano garantiti anche una certa “sicurezza”. Non solo perché le serre erano praticamente inaccessibili, ma anche perché a proteggere la piantagione c’erano tre cani pitbull, come spesso capita in queste circostanze. I cani ora risultano affidati ad una associazione di tutela degli animali, mentre nessuna conseguenza può essere imputata ai proprietari della casa: si tratta di una bambina di appena 8 anni.

Alberto Setti