Gazzetta di Modena

Modena

Maxi-canone Rai da 400 euro

Maxi-canone Rai da 400 euro

Amara sorpresa per tanti artigiani o commercianti che hanno la tv nell’attività

2 MINUTI DI LETTURA





Obbligati a pagare il canone Rai e, nella fattispecie, un canone “speciale” che va da un minimo di 200 euro ad un massimo di 407, perché possessori di un apparecchio radiotelevisivo. Ha il sapore sgradevole di una doccia fredda all’avvicinarsi dell’estate il bollettino precompilato che tantissimi titolari di partita Iva di tutta la provincia hanno ricevuto in questi giorni. Il bollettino intima alle imprese, delle categorie più variegate, dal capitano d’industria al tabaccaio, dall’artigiano all’artista, di versare la gabella di un importo tutt’altro che trascurabile sul servizio pubblico radiotelevisivo. In molti casi, poi, tale documento è arrivato anche a partite Iva ormai chiuse da tempo o, addirittura, a chi ha chiuso l’attività da mesi e non ha mai posseduto in tale impresa un apparecchio radiotelevisivo. Ovviamente, l’arrivo del bollettino ha scatenato un putiferio e c’è già chi minaccia la class action contro la Rai che «propone un servizio pubblico che, di pubblico, ormai ha solo il tentativo di prelevare denaro dai cittadini sempre più poveri” è la principale lamentela. Tra i malcapitati che si sono visti recapitare nella cassetta della posta il bollettino c’è l’artista modenese Carlo Baldessari, artista e scultore che modella il vetro riciclato. «Ho ricevuto il bollettino con l’importo di 407,35 euro per la precisione – racconta Baldessari – e la cosa assurda è che è intestato a una partita Iva vecchia ormai chiusa da tempo. In aggiunta, non ho mai avuto tv, né pc… So già che non lo pagherò e, anzi, se si organizzerà una class action farò volentieri parte dei firmatari. Questo è un episodio fra tanti che testimonia come sia sempre più difficile lavorare in Italia e, considerato che tra i miei clienti ci sono brand a livello mondiale, deciderò entro la fine dell’anno se salpare le ancore verso l’estero».

Anche il carpigiano Crescenzio Luongo, che aveva un chiosco vicino al Cimitero, ora chiuso, si è trovato fra le mani il famigerato bollettino. «Nel mio locale non ho mai avuto apparecchi elettrici se non il tritaghiaccio e la macchina da caffè – racconta Crescenzio – è già la seconda volta che mi arriva e lo rimando indietro come la prima…». Tra i bersagliati dall’obbligo di pagamento anche i tabaccai con il monitor di Lottomatica. «La beffa è che quello è un monitor e non lo usiamo certo come tv».

Serena Arbizzi