Gazzetta di Modena

Modena

«Attimi di terrore, poi tutta la notte in auto»

di Giovanni Vassallo
«Attimi di terrore, poi tutta la notte in auto»

La reazione della gente di Fossa, a due passi dall’epicentro. Sospetti sugli esperimenti criticati

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Nella piccola frazione di Fossa di Concordia, a poche centinaia di metri dall’epicentro dell’altra notte, il ricordo di quanto accadde due anni fa è talmente vivo che molti abitanti impauriti hanno deciso di riversarsi in strada.

Le reazioni comunque sono state diverse. I più fortunati, come Maria Varini ed Eric Guerra, non si sono accorti di nulla e giurano di avere appreso della scossa solo la mattina successiva.

Anche Roberto Corazzari minimizza: «Ho avvertito un lievissimo spostamento del letto, ma non mi sembrava il caso di allarmarsi troppo».

Il fratello Giorgio invece ha reagito in maniera completamente opposta: «Il boato mi ha fatto rivivere un flashback, scosse simili le avvertii anche la notte del 20 maggio: non avevo la serenità adatta per tornare in casa, per cui ho convinto mia moglie a dormire in macchina».

La maggioranza dei cittadini ha comunque percepito chiaramente la scossa. Sabrina Bordini, che dopo due anni ha ancora la propria abitazione inagibile, alle 00.43 era sveglia e si è riversata subito in strada. Stesso discorso vale per Alberto Costa, il quale conferma come fossero tanti i fossesi che in piena notte hanno riempito le vie della frazione. Anche Armando Bolognesi si è svegliato di soprassalto a causa del forte boato. C’è infine chi, come Felice Palmarozza, è certo che ci sia un inscindibile nesso tra questo tipo di microscosse e i recenti esperimenti del Cavone.

«Sicuramente è una concausa, sembra di essere ripartiti da capo». Nei paesi comincia infatti a serpeggiare un forte malumore: sono molti i cittadini che sposano questa tesi, anche se è altrettanto vero che nel rapporto della commissione Ichese la correlazione tra i due fenomeni viene definita “probabile” e non “certa”.