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Emilia, miniera di motori per gioielli a quattro ruote. Li abbiamo provati

di Marco Amendola
Emilia, miniera di motori per gioielli a quattro ruote. Li abbiamo provati

Ferrari, Lamborghini, Maserati, Pagani hanno radici a due passi da Modena e creano auto “oggetto del desiderio” per tanti Abbiamo provato i nuovi modelli

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Un quadrilatero dei motori unico al mondo: Modena, Maranello, San Cesario e Sant'Agata Bolognese. Proprio qui si trova il meglio della produzione automobilistica mondiale con Ferrari, Lamborghini, Maserati e Pagani. Un viaggio esclusivo della Gazzetta alla scoperta di questi oggetti del desiderio. Ma anche auto sportive che in Emilia producono ricchezza e lavoro a migliaia di persone nelle aziende automobilistiche, in quelle dell'indotto fino all'Università. La punta di un iceberg.

LAVORO E PASSIONE Enzo Ferrari definiva questa caratteristica come una “questione di ambiente e di persone”. C'è chi collauda Maserati e Lamborghini in giro per il mondo. Ma c'è anche chi dall'Argentina ha scelto l'Emilia per costruire le sue auto, come Horacio Pagani. L'eccellenza della produzione motoristica mondiale è tutta a Modena e dintorni. Un tessuto produttivo unico e diffuso sul territorio, un distretto che oltre ai marchi nasconde una filiera automobilistica avanzata formata da artigiani, ditte specializzate e innovative. Un fazzoletto di terra dove convivono passato e futuro. Ma il presente è fatto di automobili vendute dai mercati orientali a quelli storici come il Nord America.

ICONE EMILIANE Ferrari, Lamborghini, Maserati e Pagani sono il Made in Italy su 4 ruote. Vere icone italiane sulle strade di tutto il mondo. Maserati in Cina ha portato a casa un'importante accordo per le vendite delle sue auto. Ferrari vince la sfida del primo posto fra i marchi più conosciuti nel mondo. Pagani punta al sud est asiatico con Hong Kong, mentre Lamborghini ha aperto un nuovo concessionario in Azerbaijan, a Baku. In un mercato dell'auto di serie sempre più globale, la forza delle auto sportive emiliane è il legame con il territorio.

STORIA E FUTURO Proprio nella terra dei motori si è passati dalle macchine agricole ai telai in fibra di carbonio. Un materiale composito leggero e resistentissimo, che migliora le prestazioni delle supersportive. Non è ancora possibile produrlo a livello industriale. Ma anche in questo caso la partita si gioca nel modenese. A Maranello hanno messo insieme Giappone e Usa per arrivare al telaio dell'ultima nata LaFerrari. Per costruirla in una serie limitata di 499 vetture, a Maranello ci lavorano 40 persone. Lamborghini a Sant'Agata ha invece un proprio centro di produzione per il carbonio, un materiale alla base del successo chiamato Aventador che prosegue anche con Huracan, la nuova nata. Alla Pagani invece nelle potenzialità del carbonio ci hanno sempre creduto, e la Huayra è l'esempio su strada, una vettura senza compromessi.

MODENA Maserati quest'anno celebra il centenario. In viale Ciro Menotti producono la GranTurismo e GranCabrio in 6 diverse varianti, insieme alla Quattroporte e Ghibli, progettate nella sede modenese e costruite a Torino. Modena vede anche la produzione della piccola sportiva Alfa Romeo 4C.

MARANELLO Dalla Ferrari sono uscite le auto che hanno fatto la storia del Cavallino. A Maranello producono la 458 nelle varianti Spider, Italia e Speciale, insieme alla California T, all'F12 Berlinetta e l'FF, oltre alla serie speciale come LaFerrari e le monoposto di F1.

SANT'AGATA BOLOGNESE Archiviato il 50esimo anniversario, Lamborghini rinnova la produzione con Huracan, e continua con il successo Aventador. Due tori che portano anche lo zampino della Carrozzeria Imperiale di Mirandola. A Sant'Agata il gruppo Volkswagen, proprietario del marchio, investe milioni di euro, e vuole che ogni Lamborghini venga progettata e costruita in Italia.

SAN CESARIO SUL PANARO A San Cesario sul Panaro nasce una vettura elegantissima e al tempo stesso estrema, fatta letteralmente a mano, pezzo dopo pezzo. Si chiama Huayra, e ne producono meno di una trentina all'anno. Sarà protagonista del prossimo speciale della Gazzetta.