Sgarbi: «Se serve una consulenza, ci sono»
Vittorio Sgarbi era stato a Finale nei giorni successivi al terremoto e oltre al cimitero degli ebrei aveva voluto visitare anche palazzo Borsari. «È un palazzo stupendo, un patrimonio per la città,...
Vittorio Sgarbi era stato a Finale nei giorni successivi al terremoto e oltre al cimitero degli ebrei aveva voluto visitare anche palazzo Borsari. «È un palazzo stupendo, un patrimonio per la città, pur essendo privato», disse poco dopo al sindaco Ferioli. Ora che i soldi per la ristrutturazione sono a portata di mano, il critico d’arte accoglie con piacere la notizia. «Finalmente ci siamo - dice - Si tratta di un edificio importante, che merita tutta l’attenzione del caso. Essendo un palazzo vincolato dalla Soprintendenza sono sicuro che risponderà ai dettami vincolanti imposti per le ristrutturazioni. Se i proprietari dovessero avere bisogno mi metto a disposizione per dare qualche consiglio».
Ma lo sguardo di Sgarbi va anche oltre, salendo ad una visione più complessiva. «Lo dissi da subito: Finale deve diventare più bella di prima. I soldi per la parte pubblica mi par di capire che stiano arrivando e il via libera al finanziamento per palazzo Borsari è un volano per quella privata. Certo, sono passati due anni e dal mio punto di vista questi fondi sono già in ritardo, ma ora bisogna metterli all’opera in fretta. Lentamente sta cedendo quella situazione paradossale di cui tanti amici mi parlano: i soldi ci sono, ma è difficile intercettarli. È assurdo che lo Stato abbia messo a disposizione sei miliardi e poi i cittadini, per colpa della burocrazia e delle strettoie tecniche, non possano sfruttarli. Quello di palazzo Borsari è inevitabilmente un progetto complesso, ma se ha superato il vaglio della Soprintendenza e degli uffici preposti, allora è lecito pensare che una ricostruzione più veloce e di qualità non è più una chimera». (f.d.)