Debutta il “Live Kom 014”. Vasco: sono un duro che dura
Questa sera all’Olimpico lo show che poi approderà a Milano all’inizio di luglio. «Non avevo voglia di un tour celebrativo, così è uscita fuori una scaletta spietata»
ROMA. «A forza di fare rock duro è inevitabile finire nel metal, è una evoluzione naturale». Vasco Rossi sta mettendo a punto lo show che debutterà questa sera allo stadio Olimpico e che sarà replicato sempre a Roma domani e il 30 giugno per poi approdare per quattro sere allo stadio San Siro a Milano il 4, il 5, il 9 e il 10 luglio. Ieri l’altro Vasco ha provato lo show all’Olimpico davanti ad una platea di qualche migliaio di fan. «Quando abbiamo cominciato la carriera facevamo rock'n'roll un po’ così, diciamo alla buona - racconta - negli anni siamo cresciuti e nella band sono entrati musicisti sempre più bravi. Ora le cose sono cambiate di nuovo; abbiamo una chitarra ritmica e un batterista che ci hanno aiutato a compiere la svolta».
Le due new entry in questione sono Vince Pastano alla chitarra e Will Hunt, implacabile e spettacolare batterista della florida preso in prestito dagli Evanescence. «Questo è il Vasco di oggi - dice secco il Komandante - sono un duro che dura. Sono tornato in forma e dopo due anni in cui la gente è stata impegnata a vedere come stavo e come non stavo, torno più duro che mai». La svolta stilistica è evidente: la prima parte del concerto è puro metal con il sound scandito dalla batteria di Will Hunt e Steff Burns, il chitarrista divo che imperversa. «Potevo fare un tour celebrativo ma non ne avevo voglia - prosegue Vasco - il titolo decisivo per la composizione della scaletta è “Gli spari sopra” che apre lo show, un pezzo così forte che ci ha costretto ad andargli dietro e alla fine ne è uscita fuori una scaletta spietata». Il palco è imponente (800 metri quadri, appesi ci sono 4 chilometri di americane), con una passerella a “V” che attraversa la platea, un scenografia con due “V” rovesciate, uno schermo centrale che serve a dare profondità, due megaschermi laterali, effetti luce e laser e sofisticate torri di amplificazione. La prima parte - lo show dura due ore e mezza - si chiude con “Liberi liberi”. «Era un sacco di tempo che mi chiedevano di inserirla, ora finalmente saranno tutti contenti». Il metal scompare con i bis e così ritorna il Vasco classico, con un deciso cambiamento di atmosfera a una scelta coraggiosa. «I bis sono i bis e certi classici non vanno toccati», commenta Vasco per spiegare il suo show che lui stesso ha definito «una festa laica di Comunione e liberazione» e che inevitabilmente si chiude con “Albachiara”. Intanto per i fans arriva una buona notizia: ci sono tremila biglietti in più in vendita per i concerti di Vasco all’Olimpico. «Mille per ogni sera - spiega Roberto De Luca, storico organizzatore dei concerti di Rossi - la commissione ci ha concesso di ampliare la capienza del prato da ventunomila e ventiduemila posti ed ecco la ragione dei tremila biglietti in vendita. Se fossimo rimasti alla capienza precedente all'Olimpica saremmo sold-out da tempo. Come a San Siro». Nei sette concerti si calcola che ci sarà un pubblico di quattrocentomila persone (centosettantamila a Roma e duecentotrentamila a Milano). L'incasso complessivo è valutabile intorno ai venti milioni di euro. «È la prima volta che un artista tiene tre concerti consecutivi allo Stadio Olimpico di Roma - prosegue De Luca - i tour di Vasco generano numeri importanti, direi record con un indotto calcolato sui 75 milioni. Con Vasco Rossi, infine, lavorano 198 persone.