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Policlinico, senza soldi i cantieri si fermano

di Davide Berti
Policlinico, senza soldi i cantieri si fermano

La direttrice Petropulacos: «I finanziamenti ci sono stati assegnati ma non possiamo usarli». E sul caso tangenti: «Sono preoccupata»

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Sabato sarà passato un mese esatto dallo scoppiò dell’ultima inchiesta che ha coinvolto il Policlinico. L’inchiesta che ha messo di nuovo in crisi quello che era il primo ospedale cittadino. Quella delle tangenti che ha ipotizzato un giro di appalti pilotati e tangenti, con passaggi di denaro, da chi si aggiudicava lavori e forniture a chi li assegnava, portando a 63 indagati tra i quali l'ex direttore generale Stefano Cencetti e la moglie Maurizia Viviani, direttrice di un poliambulatorio privato.

Il lavoro degli inquirenti prosegue. Ieri c’è stata una perquisizione a casa di uno degli indagati, l’ingegner Alessandro Bertacchi, direttore tecnico del Policlinico. Un atto dovuto verso chi occupava, anche al tempo, un ruolo di responsabilità.

Oggi, invece, il consigliere regionale indipendente Giovanni Favia sarà ascoltato come persona informata sui fatti dai pm Marco Niccolini e Pasquale Mazzei, titolari dell'inchiesta sul Policlinico di Modena. Favia è autore di diverse interrogazioni presentate in Regione sul Policlinico e sugli affari non solo delle cooperative nella sanità modenese.

Contemporaneamente all’inchiesta, però, ed è il caso di dire per fortuna, va avanti l’attività di assistenza del Policlinico nonostante il clima non sia dei migliori.

Anche la direttrice Licia Petropulacos vorrebbe pensare ad altro, ma proprio in un giorno in cui si dovrebbe solo festeggiare per la scuola di specializzazione di emergenza-urgenza, non può sottrarsi all’attualità: «Non abbiamo novità di spicco rispetto ad un quadro che si deve ancora definire nello specifico e non possiamo fare valutazioni diverse da quelle già emerse nelle settimane scorse. Attendiamo anche di conoscere con esattezza chi è indagato, sapendo bene che ci sono persone che lavorano ancora al Policlinico. Soprattutto quando si parla di pubblica amministrazione, riuscire ad avere chiarezza e tempi certi sarebbe opportuno, evitando di creare situazioni difficili da gestire».

Tralasciando il piano giudiziario, sul Policlinico pesa anche una situazione di lavori in divenire che complica ulteriormente la programmazione. Fino a poche settimane fa i cantieri erano 24, ora si sono ridotti a poco più di dieci: «Sono stati consegnati i tre piani accanto al centro di medicina, altri ne abbiamo chiusi, ma tanto c’è ancora da fare. Per il ripristino e il miglioramento delle strutture secondo i criteri antisismici al momento siamo invece fermi: ci sono aree chiuse, già accantierate, ma i lavori non possono ancora partire». Motivo? Il finanziamento è stato previsto dalla Regione, la somma impegnata, ma l’erogazione non ancora disposta: «Così facendo, però, non possiamo far partire le gare e le aree che devono essere oggetto di lavori sono in attesa che si riattivi la procedura per i bandi».

Da questo punto di vista, però, il direttore Petropulacos esclude categoricamente che il ritardo della Regione sia dovuto all’inchiesta in atto: «Sono due cose che non sono minimamente collegabili. Qui siamo di fronte ai tempi della burocrazia e con questi dobbiamo fare i conti». Tempi certi non ce ne sono, ma Petropulacos ne vorrebbe avere: «Spero che tutto si possa chiudere entro l’estate, in modo tale che le procedure di gara possano partire non oltre settembre».Della prossima ondata di lavori farà parte anche il nuovo reparto materno-infantile, i cui tempi, però, saranno certamente un po’ più lunghi perché «servirà anche un finanziamento extra per far tornare i conti».

In generale, però, Licia Petropulacos è più preoccupata che ottimista: «È chiaro che lo sono. Sapere che gli appalti finiti sotto osservazione sono anche appalti che hanno ripercussione sui lavori che si compiono ancora oggi all’interno del Policlinico non mi fa stare tranquilla. Ma per fortuna nulla ha a che fare con l’assistenza ai pazienti, che resta sempre la nostra prima preoccupazione».

@dvdberti

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