Gazzetta di Modena

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Macchine ceramiche, leadership italiana

di Alfonso Scibona
Macchine ceramiche, leadership italiana

Le nostre aziende si confermano prime nel mondo: 1,7 miliardi di fatturato (+2,2%), sale l’export. Un calo in Italia

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Presentata nella sede di Acimac la ventiduesima indagine statistica nazionale del settore dei costruttori italiani di macchine per ceramica. Un’indagine che ha confermato ancora una volta la leadership mondiale con risultati in crescita rispetto all’anno precedente.

Nel 2013, infatti, è stato registrato un fatturato complessivo, 1.710 milioni di euro, con una crescita del 2,2% sul 2012.L’export sale del 5,8% e rappresenta il 79,9% del fatturato totale del settore. Crescono Asia, Medio Oriente, Africa e Sud America. Rallenta l’Unione Europea.

«Un risultato positivo, molto positivo – commenta il presidente Fabio Tarozzi – anche se il segno più è davanti a una cifra non alta e che non esprime lo sforzo delle aziende del settore per tenere alto il proprio business nel mondo, in particolare fuori dall'Europa, dove oggi si fa il grosso della produzione delle piastrelle».

La suddivisione delle vendite per area geografica mostra anche nel 2013 una ripartizione pressoché omogenea. Cresce l’Asia (esclusa la Cina) che si posiziona al primo posto tra i mercati di export con un fatturato pari a 221,1 milioni di euro, frutto di una crescita del 4% sul 2012 e una quota del 16,2% sull’export totale. A seguire i Paesi del Medio Oriente con 213,7 milioni di euro (+3,2%) pari al 15,6% del totale. Scende al terzo posto l’Unione Europea con un fatturato di 201,2 milioni di euro, in flessione dell’8,9%. Ottima la performance dell’Africa, in crescita del 17,5% e che, con 200 milioni di euro, assorbe il 14,6% dell’export totale. La maggior parte dei macchinari venduti nel continente africano restano però destinati ai Paesi del Nord Africa. Seguono in classifica Sud America, Est Europa, Est Asiatico e Oceania. Da segnalare le ottime performance registrate sul mercato cinese che fa fatto segnare un incremento del 51,6% sul 2012 totalizzando un fatturato di oltre 100 milioni di euro.

«Questo non ci sorprende – aggiunge Tarozzi – perchè è proprio in Asia che si registra la stragrande produzione di piastrelle dell'intero pianeta. Non ci sorprende nemmeno il dato italiano, che vede in calo del 9,9% (343,8 milioni di euro). Il calo in Italia è comune ai principali settori di sbocco delle tecnologie per ceramica: produttori di piastrelle, sanitari, stoviglieria e laterizi. Ma la nostra forza rimane quella di sapere presidiare le 4-5 macro aree internazionali in modo uniforme, tale da non subire perdite evidenti se una di queste dovesse avere un calo di una certa importanza».

Detto di una situazione relativa all'occupazione che di fatto è quasi invariata, si possono aggiungere considerazioni sull'Italia, la Cina e le strategie associative. «Il mercato italiano non è morto – ha aggiunto il direttore generale Acimac, Paolo Gambuli – e sta facendo investimenti importanti soprattutto con le aziende medio-piccole, che giocoforza devono innovare per restare competitive. Per quanto riguarda la Cina, è importante crescere perchè tutti i nostri maggiori competitors sono in quell'area e siamo contenti di aver vinto anche nel 2013. L'associazione, infine, è orgogliosa di due grandi risultati: una crescita della formazione, con un catalogo di oltre 100 corsi che oggi vendiamo anche a settori esterni al nostro; il nostro Centro studi, che ha prodotto due documenti straordinari come quello sulla produzione mondiale delle piastrelle e quello delle analisi di bilancio dei produttori mondiali di tecnologia ceramica e colorifici, unico al mondo».