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LA PROPOSTA

Mobilità, ricetta a 5 stelle: «Spazio alle rotaie e stop a strade nuove»

di Serena Arbizzi
Mobilità, ricetta a 5 stelle: «Spazio alle rotaie e stop a strade nuove»

Proposta di legge per destinare i soldi di Cispadana e Bretella al potenziamento di Modena-Sassuolo e Modena-Carpi

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Spostare l’enorme quantitativo di risorse in denaro destinato al trasporto su strada verso il trasporto pubblico locale, per valorizzare quelle tratte ferroviarie come la Modena-Sassuolo o la Modena-Carpi, frequentate dagli utenti tra mille disservizi. E lo si può fare anche tagliando lo stipendio del 50% ai dirigenti che fanno registrare dopo almeno tre anni consecutivi il passivo di bilancio sulla gestione del mezzo pubblico.

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Questa, in pillole, la proposta di legge presentata ieri da parlamentari, consiglieri regionali e comunali del Movimento 5 Stelle in Municipio durante una conferenza stampa evento intitolata “Mobilità a 5 stelle: cambiamo marcia!”, alla quale ha preso parte anche Cinzia Franchini, presidente nazionale Cna Fita Autotrasporti. «Insieme al Movimento 5 Stelle stiamo aspettando il decreto che dovrebbe uscire la prossima settimana in materia di trasporto - ha spiegato Franchini - per ora, tale documento rimane un mistero».

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Entrando nel vivo della proposta di legge, «proponiamo di ridefinire i contratti di servizio che attualmente vengono acquistati con una durata molto ampia - ha spiegato Michele Dell’Orco, capogruppo M5S commissione trasporti alla Camera dei deputati - un altro punto è il divieto della privatizzazione. Vorremmo poi, il rinnovo delle flotte, un’integrazione tariffaria tale da produrre un unico biglietto valido per più mezzi di trasporto pubblico. Vogliamo quindi che un rafforzamento dei poteri di controllo a disposizione del cittadino e tra gli obiettivi c’è quello di portare 2 milioni di nuovi utenti ad abbandonare l’auto evitando così 25mila gravi incidenti ogni anno, facendo risparmiare 15 miliardi di euro in costi di congestione e restituendo 12 miliardi alle famiglie che non saranno più costrette ad acquistare l’auto per spostarsi. Poi, verranno dimezzati gli stipendi ai dirigenti, la cui gestione, per tre anni di seguito sarà distinta dal passivo di bilancio» ha concluso Dell’Orco.

Alla stesura della proposta di legge ha contribuito il professore di diritto dei trasporti dell’università di Trento Alessio Claroni che ha sottolineato come «la proposta di legge voglia portare quella chiarezza che manca al quadro normativo, oltre a garantire il diritto alla mobilità».

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Dito puntato, quindi, contro la bretella Campogalliano-Sassuolo, indicata all’unisono come «il classico frutto della miopia e dell’arrivismo della nostra classe politica, possibile a causa della legge obiettivo che contiene un elenco di sedicenti opere prioritario stilato non in base ad un’analisi scientifica di costi benefici, ma sulla base di esigenze elettorali». Il consigliere regionale Andrea Defranceschi ha invece enfatizzato la differenza negli investimenti tra il trasporto pubblico e il trasporto su strada. «In commissione mobilità ci hanno spiegato che il trasporto merci in autostrada è calato del 7% e cosa fa la nostra lungimirante politica regionale? - attacca Defranceschi - aumenta il gettito a favore delle solite grandi opere. Solo per la Cispadana la Regione investe 180 milioni, opera peraltro invisa alla popolazione e che solcherà i comuni colpiti dal sisma ai quali farebbero comodo risorse.

Da notare che il totale investito in un anno per ferrovie e strade, per manutenzione straordinaria e calamità naturali è di soli 125 milioni di euro. Il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, poi, quando era in Regione si faceva venire a prendere dall’auto blu, mentre la giunta stessa di cui faceva parte aveva approvato una normativa che indicava di usare l’auto propria. Lo stesso Muzzarelli poi non è libero di parola dal momento che, in passato, la campagna elettorale gliel’hanno finanziata i cavatori…». Durante la mattinata è stato trasmesso un video girato dagli attivisti sulla tratta ferroviaria Modena Sassuolo, che riprende i temi dell’inchiesta-denuncia fatta pochi giorni or sono dalla Gazzetta: obliteratrici che non vanno, biglietterie chiuse e un treno del 1932, ristrutturato, che potrebbe essere usato la domenica con scopi turistici.

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