Nubifragio nella Bassa e Finale torna sott’acqua
Decine di chiamate ai vigili del fuoco per cantine e garage. Prefettura in allerta Le fogne non funzionano. Allagati ancora una volta piazza, negozi e fabbriche
FINALE. Ancora allagamenti a Finale a distanza di due settimane dalla cosiddetta “bomba d'acqua” di fine luglio. Case, negozi e strade sommerse in via Agnini, quartiere Ovest, via XXV Aprile, via del cimitero, via Miari e via Frassoni a ridosso dell'acquedotto. E anche questa volta la rete fognaria non è riuscita a contenere l'abbondante pioggia causando danni evidenti ai negozi, e infiltrazioni pericolose alle strutture del centro storico.
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In via Agnini la situazione più critica, anche se oramai diventata norma: ad ogni nubifragio la strada si adatta a piccolo canale che dai giardini pubblici riversa sulle piazze e via Saffi. Una dinamica che gli abitanti del centro conoscono già da molti anni prima del terremoto. Anche in questa occasione allagato il pub Agorà fino al magazzino, le cantine delle abitazioni limitrofe, il negozio di scarpe Stilmoda e il deposito contiguo. L'intervento alle 9.30 di un tecnico della Sorgea, quando ormai la pioggia si stava placando e gli edifici erano già invasi dall’acqua, ha svuotato il “canale” e riportato la via percorribile a piedi.
Intanto i cittadini si interrogano sulle effettive analisi realizzate al sistema fognario dopo il terremoto del 2012, situazione non visibile agli occhi, ma possibile criticità. Un sistema fognario vetusto e probabilmente inadatto ad un centro cittadino, che ha origine dopo lo spostamento del fiume Panaro, il corso d'acqua che fino a un secolo fa percorreva via Trento Trieste attraversando il centro, ed era fondamentale per lo scolo dell'acqua piovana.
In via Frassoni danni anche all’interno del negozio “Acqua e Sapone”, dove il riflusso del sistema di drenaggio interno alla struttura ha fatto sì che l'acqua si insinuasse tra i banchi. Qualche problema è stato registrato anche in zona cimitero: i canali adiacenti alla strada in mattinata erano ormai al limite, e all'interno del cimitero stesso si è reso necessario l'intervento della protezione civile per ripulire la zona delle arcate e il sotterraneo. In via Miari, invece, l'acqua fuoriuscita dai tombini ha invaso la strada, che è stata chiusa al traffico per un paio d'ore salvo poi essere riaperta già in mattinata.
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Laconico il commento del sindaco Ferioli: «Premettendo che la bomba d'acqua di un paio di settimane fa ha causato danni peggiori, c'è da dire che si tratta di zone ormai conosciute per la loro difficoltà a far defluire rapidamente le precipitazioni. La questione è annosa e purtroppo dovremo abituarci a convivere con questi fenomeni fuori stagione».
Il fenomeno ha riguardato anche altri paesi, fa sapere la Prefettura in una nota.
«I vigili del fuoco sono interventi prontamente con varie squadre dei distaccamenti di San Felice e di Mirandola e del comando provinciale di Modena - spiega nella nota - per far fronte alle numerose richieste di intervento ricevute relative soprattutto al prosciugamento dei locali invasi dalle acque. Ad esse si sono affiancate le squadre della protezione civile e delle amministrazioni comunali immediatamente attivate. Non si lamentano tuttavia feriti o danni rilevanti. Il prefetto Michele di Bari si è messo in contatto con i sindaci di San Felice e di Finale per sincerarsi circa lo stato della situazione».
Manuele Palazzi
Giovanni Vassallo