Manca sorpassa Bonaccini e Richetti
I due modenesi verso la non candidatura in favore del sindaco di Imola gradito a Renzi-Bersani-Errani. E niente primarie
Chi entra papa esce cardinale, recita un antico detto che ben si adatta al mondo della politica. E qui di possibili papi ce n’erano addirittura due: Stefano Bonaccini e Matteo Richetti. Si inizia a parlare al passato perché gli ultimi sussurri (nel mezzo di una settimana in cui tutti i protagonisti non rispondono nemmeno ai fedelissimi) sulla candidatura alla presidenza della Regione danno in forte ascesa il nome di Daniele Manca, attuale sindaco di Imola nonchè presidente regionale dell’Anci. Sarebbe su di lui, infatti, che il segretario nazionale del partito Matteo Renzi e il suo predecessore, nonchè ex-presidente della Regione, Pier Luigi Bersani avrebbero messo gli occhi con il benestare di Vasco Errani.
L’uomo giusto per raccogliere il timone della Regione, con la giusta esperienza, l’età anagrafica e le caratteristiche in grado di garantire quell’indispensabile mix di “novità nella continuità”.
E Matteo Richetti e Stefano Bonaccini? Rinunceranno a cuor leggero? A dire il vero formalmente nessuno dei due ha ancora mai ufficializzato la propria candidatura. Se per il primo in queste settimane si sono scatenati miriadi di “fan club” animati dalla convinzione che il “Renzi” made in Emilia è lui e soltanto lui; l’altro invece ha proseguito le sue riflessioni “combattuto” tra il desiderio di scendere in campo e la responsabilità, oltre ad essere segretario regionale, di dover rispondere all’incarico di partito per gli enti locali.
Per convincerli a passare la mano, pare si sia mosso addirittura Renzi, il quale avrebbe spiegato apertamente ad entrambi i modenesi che di loro ha bisogno a Roma e non a Bologna. I beni informati dicono che Richetti avrebbe già deciso di farsi da parte. Bonaccini ancora nicchia, ma come sempre avrebbe detto che se il partito chiama lui si adegua.
Per premiare entrambi per il bel gesto, presto potrebbero arrivare delle “promozioni sul campo”. Per Richetti un ruolo più di primo piano a livello parlamentare, c’è chi ipotizza, addirittura nel governo, magari in caso di eventuali minirimpasti (sottosegretario?). Bonaccini, invece, potrebbe addirittura ambire ad avere un ruolo da numero due nel partito con responsabilità diretta sul piano organizzativo. E questa decisione calata dall’alto frutto di un accordo tra il leader nazionale Renzi e i due “tutor” dell’Emilia Romagna Bersani e Errani, a dire il vero, sarebbe proprio quello che da tempo auspicano un po’ tutti gli esponenti di punta del partito regionale; i quali, sebbene il Pd sia il partito delle primarie, ritengono che mai come in questa occasione visti i tempi stretti e i rischi di perdita di consenso per vicende avvenute in consiglio regionale, sia meglio far fronte comune e compattare partito e militanti attorno al candidato forte indicato dai vertici. Con buona pace sia di Roberto Balzani, ex-sindaco di Forlì sin qui unico ad aver annunciato la sua candidatura, che dei militanti che non solo vogliono scegliere con le primarie il candidato alla presidenza, ma auspicano che siano fatte anche per i consiglieri regionali. Tema questo seguito con interesse dalla folta pattuglia di aspiranti candidati che sta emergendo proprio qui, a Modena, dove non passa giorno che non ci sia chi nei “pour parler” con i compagni di partito faccia notare: «Se si candida lui, perché non io?...». Una ressa che creerà problemi a chi poi alla fin fine dovrà scegliere. Già perché di primarie per i consiglieri proprio non se ne parla. Decideranno gli organismi interni. «Ma non i due o tre seduti in uno stanzino» tiene a precisare più di qualcuno». Sarà veramente così? (a.m.)