Quella tela davvero unica amata dal duca
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Il quadro trafugato nella chiesa di San Vincenzo raffigurante la “Madonna con i santi Giovanni Evangelista e Gregorio Taumaturgo”, olio su tela di 293x184,5 centimetri datato 1629 e dipinto dal Guercino è tra i più noti dipinti dal maestro nato a Cento nel 1591 e scomparso a Bologna nel 1666, pubblicato e analizzato svariate volte in molte monografie e cataloghi. Ed è stato eseguito tra il 1629 e il 1630 e non, come ha riportato la quasi totalità della stampa in questi giorni, nel 1639.
Lo spiegano bene Marco Dugoni nella monografia dedicata a San Vincenzo, pubblicata nel 2001 da Elena Corradini, Elio Garzillo e Graziella Polidori e Federico Fischetti nel catalogo della recente mostra degli Este alla torinese Venaria Reale.
Il 24 luglio 1629, tre giorni prima dell'abdicazione e della decisione di farsi frate capuccino, il duca Alfonso III d'Este dettava il testamento e indicava la tela della Madonna, bimbo e santi Giovanni Evangelista e Gregorio Taumaturgo fosse ultimata in fretta e collocata nella chiesa dei Teatini. Ossia San Vincenzo dopo da poco si erano svolti i funerali della moglie Isabella di Savoia. L'opera gli venne pagata “Trecento ducatoni d'argento”, una grossa cifra e Guercino lo annotò nel suo “Libro dei conti”. Il pagamento venne effettuato dal nuovo duca Francesco I, figlio di Alfonso, esattamente il 25 giugno 1630.
L'opera è importante perché Guercino qui si avvicina all'ideale classico, riflettendo sulla pittura di Guido Reni. (s.l.)