Gazzetta di Modena

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La lettera dei giostrai: «Paghiamo tutto noi»

La lettera dei giostrai: «Paghiamo tutto noi»

Fossa Monda. De Barre: «Famiglie ingrandite, serve il parcheggio. Una siepe per non disturbare»

22 agosto 2014
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«Buon giorno cari vicini, vi assicuro che nell’area che metteremo a posto a nostre spese non vogliamo ingrandire il piccolo campo che ci è stato affidato ma solo attrezzarlo come parcheggio per i nostri macchinari».

È questo in buona sostanza il messaggio inviato sotto forma di lettera a tutto il vicinato da Giorgio De Barre, rappresentante e portavoce dell’area di via Fossa Monda dove si trovano famiglie di nomadi giostrai, una novantina di persone in tutto. «Ci siamo stabiliti qui - spiega il diretto interessato - una ventina di anni fa in un piccolo spazio che ci fu concesso dal Comune di Modena. Allora eravamo solo tre famiglie con gente sposata e tenevamo le giostre per i luna park vicino a noi. Questo è il nostro lavoro: ci spostiamo in giro per l’Italia da marzo a ottobre e da novembre a febbraio stiamo qui fermi al campo di Modena.

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Negli anni i figli sono diventati grandi, si sono sposati anche loro e ci sono i nipoti. Per lavorare, anche loro si sono dati da fare comprando le attrezzature, ognuno con la sua carovana. Il guaio è che ora non c’è più posto per abitare e tenere le macchine vicine e abbiamo un’area dove sistemarle al Comune. Negli ultimi tre anni le parcheggiavamo nelle aree di sosta temporanee dietro l’ipercoop, ma poi dovevamo fare i conti con altri zingari che arrivavano con bambini che si arrampicavano dappertutto. Così siamo andati in Comune e ci siamo offerti di pagare noi l’area vicina al nostro campo e sistemarla per parcheggiare i mezzi».

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Un problema condominiale dunque. De Barre snocciola le cifre dell’investimento e garantisce che l’accordo è stato dato da piazza Grande, primi delle elezioni, dall’allora assessore Maletti tramite i suoi funzionari di vertice. Una sola condizione: «Pagate voi - avrebbero detto in Comune - la pulizia dei fossi e la sistemazione con la ghiaia».

Il problema è che - sinora - non c’è un solo documento scritto in questo senso. Non c’è una delibera di affidamento dell’area, 2200 metri quadrati, nè licenza edilizia o qualcosa che assomigli.

Almeno, di tutto questo Giorgio De Barre non sa nulla e sinora nessuno gli ha detto, come ripete lui stesso, che doveva munirsi del via libera amministrativo. Tre settimane fa sono arrivati gli agenti della Municipale per bloccare i lavori ma pare, sempre secondo quanto afferma De Barre, che il mattino dopo siano tornati con il semaforo verde: ma a voce. «Abbiamo già speso 5 mila euro per pulire l’area - conclude - ne serviranno altri 30 mila per la ghiaia e altri 10 mila per siepi già cresciute in modo da non disturbare la visuale dei vicini con il deposito delle attrezzature. E poi paghiamo tutto noi: basta?» (s.c.)