Gazzetta di Modena

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Donna investita, nuova indagata

Donna investita, nuova indagata

Mirandola. Dopo l’83enne, nei guai una sua conoscente che lo avrebbe coperto

23 agosto 2014
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MIRANDOLA. C’è un secondo indagato nell’inchiesta per omissione di soccorso relativa all’investimento di una badante moldava, lasciata esanime in un fosso dall’uomo che l’aveva investita in via Punta, verso Quarantoli.

Con l’83enne mirandolese che vive nella zona ed è stato identificato grazie ad una indagine durata mesi, è infatti indagata una pensionata di San Felice, che avrebbe aiutato l’amico a depistare le indagini. Dapprima raccontando il falso agli investigatori della polizia stradale di Mirandola che cercavano di risalire all’identità dell’uomo che era fuggito, poi telefonando al carrozzaio presso il quale l’auto incidentata era stata riparata, per indurlo a sua volta a dichiarare il falso alla polizia.

La storia è nota, e per certi aspetti inquietante, visto che la donna investita se l’è cavata per un soffio, dopo un calvario di oltre due mesi, fatto di ricoveri in ospedale.

L’incidente risale al 28 maggio, infatti, quando T.T., sessantenne badante era partita per un giro in bici lungo la strada per un giro in bici e si è svegliata dolorante nel fossato. Poi si scoprirà che aveva riportato un trauma cranico commotivo e le fratture, doppie, al braccio e alla gamba destra

A segnalare una donna dolorante nel fossato era stato un passante che in motorino stava andando a lavorare per il turno di notte. A trovarla e riconoscerla invece una amica che l’aveva inutilmente cercata a casa della famiglia presso cui prestava servizio.

Proprio i ricordi del testimone e dalla amica, rintracciati dalla polizia all’inizio delle indagine, hanno rappresentato una svolta. Perchè il testimimone aveva annotato due numeri di una targa e i capelli bianchi dell’uomo che aveva visto andare e tornare, e l’amica aveva conservato lo specchietto retrovisore trovato a terra, accanto alla bici distrutta della badante. Dopo settimane, la polstrada ha individuato il modello e due possibili proprietari in zona. Ma quando si è presentata a casa dell’anziano, ha trovato anche l’amica. Entrambi hanno negato l’incidente, affermando che lo specchietto era stato sostituito in precedenza. Avevano già chiesto al carrozzaio di sostenere questa tesi. Solo grazie al fiuto investigativo e alle insistenze della polizia, il carrozzaio alla fine ha ammesso che c’era stata sì una riparazione precedente, ma ce n’era stata anche una seconda dopo l’incidente, ad inizio giugno. Non solo. Il carrozzaio aveva ricevuto telefonate dalla signora L. perchè raccontasse il falso alla stradale.

Alla fine come detto, è stato denunciato l’anziano, G.R., per omossione si soccorso. Si è giustificato dicendo di avere udito un tonfo ma di non avere visto nulla, anche tornando indietro. La donna è stata denunciata per favoreggiamento. Ha detto di avere fatto la telefonata al carrozzaio in stato confusionale. (ase)