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Le camere ardenti pronte a riaprire dopo 30 mesi di stop

Le camere ardenti pronte a riaprire dopo 30 mesi di stop

FINALE. Quasi 30 mesi dopo il terremoto sembra essersi risolta l’atavica assenza delle camere ardenti. Dopo l’inagibilità dell’ospedale e la controversa ospitalità nella casa di riposo, l’Ausl pare...

23 agosto 2014
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FINALE. Quasi 30 mesi dopo il terremoto sembra essersi risolta l’atavica assenza delle camere ardenti. Dopo l’inagibilità dell’ospedale e la controversa ospitalità nella casa di riposo, l’Ausl pare intenzionata a dare il via libera per ospitare le salme all’interno dell’ex centro per l’impiego di via Cavour.

«Per troppo tempo - ha denunciato il consigliere Giovanni Golinelli, accusando di disinteresse tutto il resto dell’assemblea comunale - Finale è rimasta senza un servizio indispensabile. È certamente poco appariscente, almeno fino a quando viene a mancare un proprio caro. E allora ci si scontra contro un problema non di poco conto. Figurarsi che una famiglia, dopo essersi vista negare ospitalità a Mirandola e Cento in quanto le due camere ardenti erano piene, ha dovuto allestirne una improvvisata nel proprio garage, tra legna e biciclette. Se questo è rispetto...».

Si era sopperito al problema, per poco tempo, grazie alle stanze adibite al servizio nella casa di riposo, ma l’Ausl ha evidenziato diverse criticità. L’Asp, che gestisce la residenza protetta, ha quindi negato ulteriori accessi e così ci si è trovati di nuovo senza alternative.

«Stiamo aspettando solo il via libera dell’azienda sanitaria - ha spiegato l’assessore Lisa Poletti - e poi le camere ardenti saranno riaperte all’ex centro per l’impiego. La planimetria è adeguata, gli spazi e i servizi igienici pure. Credo che sia la soluzione migliore anche perché buona parte del patrimonio immobiliare comunale in centro storico rimane inagibile. Il consigliere Golinelli ha ragione nelle sue lamentele». (f.d.)