Primarie: Manca “spazientito” da Bonaccini
Il tira-e-molla del segretario crea tensioni. Restano in gioco sia Richetti che Palma Costi
L'ennesima melina di Stefano Bonaccini sulla sua possibile candidatura alla presidenza della Regione comincia a innervosire il partito. Compresa una persona solitamente controllata come il sindaco di Imola, Daniele Manca, che aspetta solo il passo indietro di Bonaccini per ufficializzare la propria candidatura alle primarie.
Manca non ha intenzione di “bruciare” sul tempo le decisioni del segretario regionale uscente, ma chi gli è vicino riferisce di un sindaco “spazientito per il tira e molla” di Bonaccini. Un altro in attesa è Matteo Richetti, il deputato renziano che per primo ha alzato la mano un mese fa dicendosi disponibile a correre alle primarie. A chi gli ha parlato in queste ore, Richetti ha confermato che i comitati nati a sostegno della sua candidatura sono pronti alla corsa per viale Aldo Moro. Ma il deputato modenese vuole essere sicuro che le primarie si facciano.
Se questa è la situazione, mettono però in guardia alcuni esponenti del Pd regionale, non è escluso che la scena si arricchisca di altri attori. Dietro le quinte scalpita infatti Palma Costi, attuale presidente dell'assemblea legislativa, che un pezzo del Pd modenese vorrebbe veder candidata alle primarie. A chi le chiede se sia disposta a correre, in questi giorni Costi sta dicendo che se si candidasse Bonaccini, lei non sarebbe della partita.
Intanto, continua a far discutere il presunto patto sulla candidatura di Manca fra Renzi, Errani e Bersani (che ha smentito). Il consigliere regionale del Pd Thomas Casadei, di area Civati e sostenitore alle primarie dell'ex sindaco di Forlì Roberto Balzani, invita Manca a sciogliere le riserve una volta per tutte. “Sarebbe utile che la candidatura venisse ufficializzata quanto prima - scrive su Facebook - per iniziare un confronto autentico”. Il consigliere regionale ribadisce poi tutta la sua contrarietà ad accordi più o meno segreti sui candidati. “Maggioranze e minoranze le si conosce dopo il voto, non prima con fantomatiche consultazioni arbitrarie. Le primarie, strumento e non scopo, non sono un'investitura di pochi né tantomeno di un ristretto gruppo”. Dunque “per avere un confronto serio è bene presentare ufficialmente le candidature alle primarie del centrosinistra”.