Scende in campo il pacifico esercito dei volontari Pd
Un impegno che non conosce crisi: la kermesse è tutta loro Arrivano dai circoli della provincia, in media 1500 al giorno
Sono «persone di tutte le età e condizioni sociali». Tra le altre cose, cucinano, servono ai tavoli, si occupano dei turni di sorveglianza notturna e diurna. Stiamo parlando di quella che Leonardo Pastore, responsabile locale, definisce «l’essenza stessa delle Feste Democratiche»: le centinaia di volontari che ogni anno prestano la propria manodopera nelle decine di kermesse di partito sparse per il territorio modenese. Un piccolo esercito - tra militanti e semplici simpatizzanti – che si appresta ad “entrare in servizio”, a partire dal prossimo mercoledì, quando aprirà la Festa de l’Unità provinciale, allestita come da tradizione nell’area di Ponte Alto.
Dati precisi, al momento, non ce ne sono. A Modena, infatti, «non è mai stato fatto un censimento del numero di volontari che partecipano a vario titolo all’organizzazione delle Feste. Si possono fare solo previsioni di necessità per le singole manifestazioni».
Nel 2002, ad esempio, quando a Modena toccò l’onore di ospitare l’evento nazionale, la cifra si aggirava intorno ai 3mila effettivi. Da parte sua, Pastore spiega che «per far funzionare questo tipo di manifestazione occorre una media di circa 1.500 volontari ogni giorno. Con picchi anche superiori nei fine settimana, quando, in occasione di eventi particolarmente affollati, il totale può anche raggiungere quota 2mila persone».
Numeri che, a detta del responsabile provinciale per le feste de l’Unità, non conoscono crisi. Se infatti su alcuni fronti – su tutti, il tesseramento – il Pd deve affrontare più di una criticità, il volontariato «non da alcun tipo di problema». Anzi. Girando per le feste sin da inizio primavera, Pastore ha potuto constatare come, tra il personale, siano presenti anche «tantissimi giovani». Gruppi di ragazzi che, pian piano, affiancano lo “zoccolo duro” dei militanti, al momento ancora nettamente maggioritario, in un’ottica di ricambio generazionale.
A riprova della sostanziale tenuta del “tessuto”, poi, Pastore ricorda il previsto aumento delle gestioni “in carico” ai volontari.
Appalti a cooperative esterne, assicura ancora il dirigente Pd, non sono previsti. «Al massimo coinvolgiamo qualche associazione a noi vicina. Poi è evidente che ci sono contratti di servizio, ad esempio per quanto riguarda le pulizie». Nonostante ciò, non si ferma la sperimentazione di nuove forme di intervento: l’obiettivo è andare oltre il tradizionale bacino di compagni e amici, per coinvolgere associazioni e ambienti vicini al Pd. Un esempio, in questo senso, è dato proprio da una delle novità di questa edizione, la cosiddetta “friggitoria”. «In questo caso – spiega Pastore - sperimentiamo una forma di gestione interna sì al partito, ma non riconducibile a uno specifico Circolo. Si tratta di un gruppo di giovani, iscritti e non, amministratori, ma anche semplici elettori e simpatizzanti, che proporranno lo “street food mediterraneo”».
La formula principale, comunque, rimane il reclutamento nei circoli. «C’è un sorta di circuito tra le varie sezioni provinciali. Prima fanno le varie feste di quartiere o di paese». Poi reclutano i propri volontari per la festa provinciale, insieme alle varie anime dell’ambiente Democratico.
Quella messa in campo dal Pd è una macchina logistica sempre in movimento. Il ciclo organizzativo promosso dai responsabili non si ferma praticamente mai. E anche i volontari sono mobilitati per buona parte dell’anno. Oltre alle varie feste sparse per tutto il territorio provinciale nelle diverse stagioni, infatti, a Ponte Alto pattuglia un nucleo stabile per circa 9 mesi all’anno, con compiti di manutenzione, per lo più. E per il partito questo piccolo esercito è fondamentale. Anche da un punto di vista prettamente economico, dato che le feste rappresentano una voce tutt’altro che secondaria nei bilanci annuali. 2012 e 2013 hanno infatti fatto registrare un incasso annuo di 2 milioni e mezzo di euro, pari ad una stima di 500mila visitatori spalmati sulle tre settimane di apertura.
A conferma di un trend più o meno stabile nell’ultimo periodo, che ha addirittura visto aumentare gli utili grazie ad una gestione più oculata delle spese. Certo, niente a che vedere con il 2002, quando le casse registrarono arrivarono a contare 5 milioni e mezzo di euro. Ma, è bene ricordarlo, in quell’anno Ponte Alto ospitava l’evento nazionale.