Gazzetta di Modena

Modena

CAMPOGALLIANO

«Per salvare posti alla Coca Cola serve il telelavoro»

di Felicia Buonomo
«Per salvare posti alla Coca Cola serve il telelavoro»

La proposta sarà presentata oggi in Confindustria Modena per la metà dei 57 addetti. Dirigenza per ora irremovibile

26 agosto 2014
2 MINUTI DI LETTURA





Sono ore decisive per la vertenza Coca Cola, che tiene in sospeso da mesi 57 posti di lavoro per l'annunciata chiusura della sede di Campogalliano entro il mese di ottobre, in un più ampio piano di ristrutturazione che prevede 249 esuberi tra gli addetti commerciali in tutta Italia. L'incontro è previsto per questa mattina, in Confindustria Modena, e i sindacati proveranno a puntare sul telelavoro, che potrebbe garantire il posto almeno a metà degli impiegati di Campogalliano, provando poi a ragionare (per la parte restante) su trasferimenti e ricollocazioni.

A fine mese scadono i 45 giorni previsti dalla legge per trovare, dall'apertura della procedura di mobilità, una soluzione in sede sindacale. Diversamente scatterebbe il percorso istituzionale, nel caso di Campogalliano presso la Provincia di Modena e nel caso – nazionale – delle mobilità tra i commerciali presso il ministero del lavoro, spostando in avanti di 30 giorni i tentativi per evitare il peggio. Le distanze sembrano tuttavia incolmabili. L'azienda insiste nella volontà di procedere con i licenziamenti – magari incentivati ma non su base volontaria – conseguenti alla chiusura della sede di Campogalliano. Mentre i sindacati spronano l'azienda a presentare un piano sociale. Da una parte i possibili trasferimenti, che riguarderebbero una parte ristretta di personale, visto che la sede possibile sarebbe a Buccinasco, nel Milanese. Poi ci sarebbe qualche ricollocazione. Ma fondamentale sarebbe il passaggio al telelavoro. Gli addetti di Campogalliano (per lo più donne) svolgono principalmente servizi telefonici. Ma l'azienda sembra non volere cedere se non con una proposta che al momento è giudicata provocatoria, ovvero di aprire al telelavoro solo per le donne non licenziabili (le donne in maternità o con figli al di sotto dell'anno di età). Ma risponderebbero a questi requisiti solo una decina di lavoratrici.

L'esito dell'incontro di stamattina sarà anche il discrimine per decidere se dare vita a nuove iniziative di lotta da parte dei lavoratori, dopo il presidio davanti ad Assolombarda nelle scorse settimane, dove era presente anche una delegazione di lavoratori modenesi. Il primo settembre i sindacati discuteranno con l'azienda le procedure di mobilità per gli addetti commerciali in Assolombarda.