L’ultima dura selezione: da 278 a 191
Per quaranta giorni prove e addestramento per arrivare ai migliori che frequenteranno il biennio da cadetti
Capelli già rasati con “taglio tattico”, completo nero su camicia bianca e cravatta scura, i 278 aspiranti ufficiali del 196° corso sono arrivati puntuali prima delle 8 davanti ai portoni dell’Accademia Militare. Per loro ci saranno quaranta giorni di tirocinio al termine dei quali solo 191 resteranno come cadetti a tutti gli effetti per i due anni di studio a Modena.
Da ieri hanno cominciato a prendere confidenza con la vita dell’istituto militare e con i riti che scandiscono la vita di caserma: barba a posto, camera da sistemare, colazione veloce e alzabandiera prima di marciare e studiare sino a sera, con pochi intervalli. E una divisa d’ordinanza senza mostrine, perché per quattro settimane non sapranno se verranno abilitati.
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In compenso dovranno abituarsi immediatamente all’ uniforme “da lavoro”, la mimetica e gli scarponi. Impareranno a magiare in mensa insieme, a conoscersi gli uni con gli altri per diventare parte integrante del Reggimento Allievi.
Sono 191 i ragazzi e le ragazze selezionati al termine di un arruolamento che ha visto in lizza più di diecimila concorrenti da tutta Italia. Alla fine è passato uno su 50 candidati, e il mese a Modena servirà, con un giudizio inappellabile, per lasciare a casa quei pochi che a dispetto delle buone prove scritte, della selezione psico- fisica e dei test attitudinali, vengono ritenuti inadatti nella scuola che deve formare in due anni sottotenenti dell’esercito e dei carabinieri.
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Per questi ultimi si tratta solo di un’aliquota riservata anche se tradizione vuole che abbiano una marcia in più rispetto ai loro coetanei che vengono ammessi alla scuola gestita in proprio dall’Arma e che arrivino più in alto in carriera. Una leggenda sotto le stellette per un corpo che ha nei suoi compiti anche quello di polizia militare? Chi lo sa. Sta di fatto che ieri mattina, dopo l’appello e la registrazione, sono stati inquadrati in un cortile a parte in Accademia.
Arrivati da tutte le parti d’Italia i futuri accademisti hanno preso contatto con Modena già da lunedì sera, quando sono arrivati in albergo assieme a genitori e famiglia.
Per qualcuno però non è stata la prima volta. «È la terza volta che ci riprovo, chi la dura la vince» dice convinto Fabio Petrocchi di Arona (Varese), un diploma di liceo linguistico alle spalle e tanta grinta per riuscire a entrare nel 196° corso “Certezza”. C’è invece chi è arrivato portando nello zaino gli esami già fatti all’università: «Mi ero iscritto a ingegneria e ho già fatto alcuni esami - racconta Francesco Punzi di Bari - Poi la passione per la vita militare è stata più forte e ho scelto di unire il mio interesse di studio con il bando dell’esercito». Per il palermitano Bruno Prestigiacomo, una maturità scientifica in tasca e la voglia di fare il paracadutista, la scelta di arrivare a Modena è stato un traguardo importante: «Sono molto contento di essere in Accademia e non vedo l’ora di cominciare i corsi».
Tra i selezionati di ieri, rilassati e concentrati al tempo stesso, i militari già in servizio, volontari a ferma breve o sottufficiali che hanno i requisiti per un salto di carriere. Arrivano già in divisa con lo zaino equipaggiato, una quarantina in tutto tra cui sei donne. Parecchi hanno già alle spalle missioni all’estero, dall’Afghanistan al Medio Oriente e i loro superiori hanno dato il via libera. Anche per loro la selezione è stata severa, con un rapporto da uno a sei tra domande e accettazione. Ora comincia l’ultima parte, la più avventurosa, prima di poter indossare l’uniforme storica in libera uscita.