Policlinico e polizia si attrezzano
Ecco come verrà affrontata in città un’eventuale emergenza legata al virus
Il Policlinico di Modena è pronto ad affrontare qualsiasi emergenza, come del resto ha sempre fatto quando nel mondo sono scoppiate via via epidemie più o meno diffuse. Il reparto di malattie infettive infatti è il luogo di riferimento per tutto il nostro territorio: qualora vi sia un sospetto, un segnale, un allarme, il paziente viene inviato al Policlinico e gli esperti si metteranno al lavoro per chiarire di cosa si tratti e per curare il caso. Questa procedura, come detto, è sempre stata seguita in passato per tutti i casi di malattie pericolose e contagiose. A maggior ragione si applica anche per l’Ebola, Fortunatamente il virus è poco contagioso per via aerea, si trasmette solo se si viene a contatto con liquidi organici infetti. Il periodo di incubazione varia da 2 a 21 giorni.
La circolare del ministero della salute parla chiaro: i medici di base, qualora si trovino di fronte a casi sospetti con febbri alte, diarrea e vomito, di persone che provengono dalle aree dove si è manifestato il virus dell’Ebola, devono immediatamente mettersi in contatto con il reperto di malattie infettive per la gestione del ,malato. Una volta ricoverato ed isolato nonchè esaminato dagli esperti, si creerà un filo diretto con Roma, con l’Istituto nazionale per le malattie infettive “Lazzaro Spallanzani”, per confrontarsi sulla diagnosi e per l’eventuale gestione del paziente e per il prelievo e l’invio di campioni biologici al laboratorio a più elevato livello di biosicurezza.
Quanto al personale che viene a contatto col paziente, dovrà utilizzare il kit classico formato da protezioni facciali, mascherine e guanti.
Mascherina e guanti anche per i nostri poliziotti. Ma non solo: anche lezioni specifiche e test, richiami di vaccinazioni, prelievi e controlli.
Gli agenti della nostra questura, così come quelli delle questura di tutta Italia, sono in strada, a diretto contatto con persone disagiate, con clandestini, con tossicodipendenti, con persone potenzialmente contagiose. Lo spettro dell’Ebola ha fato in modo che venissero focalizzate le “emergenze” quotidiane che devono affrontare gli addetti ai lavori in divisa. La tubercolosi “da importazione” è diffusa. Un mese fa il caso di un maghrebino che ha rifiutato le cure al Policlinico ed è scappato, per poi essere catturato dalla Municipale in provincia. Ma ci sono possibili contagi in occasione di arresti di tossicodipendenti, in caso di colluttazioni con apertura di ferite. Di questi casi e di come ci si può, per quanto possibile, difendere i poliziotti hanno parlato, da metà agosto, in alcuni incontri specifici tenuti dal medico in forza ala questura e da personale esperto del reparto di malattie infettive del Policlinico. Sono arrivati anche rifornimenti, ovvero ogni agente è dotato di una mascherina, più capiente e che sigilla in modo più completo rispetto a quella che avevano precedentemente in dotazione, guanti e altra attrezzatura. Anche per le vetture, che spesso si trovano a trasportare in giro per la città ospiti “brutti, sporchi e cattivi”, sono previste pulizie accurate, almeno questo è l’auspicio di tutti.