Gazzetta di Modena

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Una ragazzina autistica esclusa da scuola

Una ragazzina autistica esclusa da scuola

Mirandola. La madre deve lasciare il lavoro per accudirla: «Scelta ignobile». Il preside: «Non ha i titoli»

28 agosto 2014
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MIRANDOLA. Mariarosa Mirto, 44 anni, lavorava all’Ipercoop almeno fino a quando ha dovuto licenziarsi per occuparsi della figlia autistica. Sara, 17 anni, infatti, è stata rifiutata dall’istituto alberghiero di Poggio Rusco e così la sua mamma non ha potuto fare altro che abbandonare il lavoro. «Fino a quindici mesi Sara era come tutte le altre bambine. Vivace. Reattiva - racconta - La chiamavo e lei sorridente si voltava verso di me. Gattonava e afferrava con le mani i giochi. Un giorno, all’improvviso, tutto è cambiato. Sara non rispondeva più. Lo sguardo fisso nel vuoto. D’un tratto è sprofondata in un mondo diverso. Nel suo mondo dove né io né il papà possiamo entrare. Uno strazio. Un dolore difficile da raccontare. Ma, anziché, sprofondare nella disperazione, ho reagito e ho lavorato perché i diritti di bambine come la mia, possano esser rispettati. Cosa che non è avvenuta in questi mesi. Mia figlia non è stata accolta all’Alberghiero di Poggio Rusco per mancanza di spazio. Ignobile».

«Quando mia figlia si è ammalata mi sembrava di impazzire, ma ho reagito al dolore. Sara è sempre stata seguita, fin dalla scuola materna, con un insegnante a sua disposizione. Anche i cinque anni delle elementari hanno avuto la copertura totale delle ore. I problemi si sono aggravati attorno ai 12 anni, quando Sara è entrata nell’età adolescenziale. Ha frequentato le scuole medie seguita non solo dall’insegnante di sostegno nominato dal provveditorato ma anche da un’educatrice pagata dal Comune. L’abbiamo trattenuta per tre anni in terza per dare modo all’Alberghiero di adeguare gli spazi. Spazi che ad aprile ci sono stati negati nonostante la disponibilità della direttrice dell’istituto comprensivo Cristina Tralli a ospitarla. Sara frequenterà per la quarta volta la terza media, ma a febbraio ripresenterò l’iscrizione all’Alberghiero».

«In tutto questo tempo - racconta la mamma - ho cercato di essere diplomatica. Non ho mai voluto lo scontro. E il preside che ha fatto? Si è riempito la bocca di belle parole. Non ho mai imposto la presenza di Sara all’Alberghiero, anche perché mia figlia rientra nel progetto “Scuola potenziata” , concordato con il provveditorato. Ne fanno parte otto ragazzi autistici che diventeranno 12. Il preside Giordano Pachera l’ha snobbato. Avevamo proposto anche un orario elastico. Nulla da fare. Lui ha rifiutato ogni opportunità. Per seguire mia figlia ho dovuto lasciare il mio lavoro all’Ipercoop. Mio marito fa l’operaio. Le nostre risorse sono limitate. Percepisco una pensione di accompagnamento ma ovviamente è tutta per mia figlia. Ha bisogno di un’ educatrice specializzata che io pago 35 euro all’ora».

«Ho la coscienza a posto - si difende il preside - nelle condizioni in cui siamo costretti a lavorare non ci sono margini per una tipologia di questo tipo, che richiede locali adeguati che non ci sono. Oltre a questo, la ragazza disabile non ha la licenza media e quindi non potrebbe essere iscritta alla scuola superiore».