Gazzetta di Modena

Modena

Cgil: «Lasciate in pace i pensionati»

Il sindacato minaccia la mobilitazione se il governo interverrà ancora sulla categoria

29 agosto 2014
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Sindacati e politica litigano sulle pensioni. Prelievi sulle pensioni d'oro (quelle sopra i 3mila euro) per i più “bisognosi”? No deciso da parte dei sindacati, che reputano la scelta come una ulteriore mannaia che si abbatte sul popolo già martoriato dei pensionati. «È il momento di lasciare in pace i pensionati – sono state le dichiarazioni di Carla Cantone, segretario generale dello Spi/Cgil, il sindacato che rappresenta i pensionati – che hanno perso il 30% del potere d'acquisto negli ultimi quindici anni, grazie alle manovre dei vari governi. Non sono d'accordo a intervenire sulle retributive. In caso contrario ci mobiliteremo, la pazienza è finita». Era stato il ministro del Lavoro ad innescare il dibattito, parlando dell'ipotesi di un contributo di solidarietà sulle pensioni alte. A onor del vero i sindacati reputano che sul tema ci sia grande confusione.

«Se si parla di ricalcolo contributivo – precisano dalla Cgil – ci metteremo d'accordo, non siamo contrari. Ma se si affaccia l'ipotesi di intervenire sulle pensioni retributive allora per noi è inaccettabile». E mentre il dibattito, o diatriba sarebbe meglio definirla, prosegue, ci si domanda quale sia l'entità di coloro che sono interessati da questa ipotetica misura governativa (peraltro già ridimensionata dal premier Matteo Renzi). Si parla, a livello nazionale, di un esercito di oltre 188mila persone, quelle che godono delle cosiddette pensioni d'oro, con una spesa complessiva annua che sfiora i 16 miliardi euro. Calare il dato a livello provinciale è difficile, ma la dimensione pensionati è stato possibile ricavarla. Spulciando tra i dati provinciali (ricavati da Pablo, la banca dati creata da Unioncamere Emilia Romagna), dunque, nel modenese a fine 2013 erano 228.275 in tutto i pensionati, con un importo medio di 725 euro, il 33,2% della popolazione contro una media regionale del 34,4%, media più elevata rispetto anche all’importo medio (864 euro). Ovviamente la parte del leone la fanno le pensioni di vecchiaia (145.790, importo medio mensile di 1.86,3 euro), seguite dall’invalidità (31.503 assegni di importo medio di 521,8 euro), poi dal trattamento per i superstiti 46.914, 573 euro), quindi dalle pensioni sociali (4.068, di 407,4 euro ciascuna). Un importo che in sei anni, dal 2007 al 2013, è aumentato circa del 20%, eccezion fatta per le pensioni di invalidità, il cui importo complessivo è diminuito del 4,8%. Sostanzialmente stabile, invece, è il dato della percentuale di popolazione che percepisce la pensione: al 31 dicembre 2013 si trattava di un cittadino su tre, il 33,2% appunto, mentre sei anni prima la percentuale era superiore di appena un decimale (33,3%). Felicia Buonomo