Tante le chiese indifese «Allarmi e più controlli»
il prefetto Michele di Bari ha illustrato un piano per proteggere le opere d’arte dopo il furto del Guercino. Quelle catalogate sono 55mila, solo in città 11mila
Non ci sarà una pattuglia delle forze dell'ordine davanti a ogni chiesa, ma certo verrà intensificato non poco il controllo delle opere d'arte sul territorio da parte di donne e uomini in divisa, cui sarà affiancato un nuovo sistema di telecamere. Finalmente funzionanti, ben posizionate e in numero congruo.
È questa la principale novità annunciata ieri dal prefetto di Modena Michele di Bari che ha riunito i vertici di polizia di Stato e municipale, carabinieri, Guardia di finanza per fare il punto su quella che oggi viene considerata una vera e propria emergenza. La tutela delle opere d'arte dopo il clamoroso furto del 10 agosto, quando è stata sottratta la "Madonna in trono" del Guercino dalla chiesa di San Vincenzo, in pieno centro storico a fianco del sorvegliatissimo tribunale.
«Dopo i furti negli ultimi mesi del Guercino e altri in varie chiese del territorio - spiega il prefetto - il problema che già conoscevamo è diventato urgente. Ci stiamo impegnando per arginare il fenomeno, ma il territorio è vasto e le opere presenti molte e di valore. Proteggeremo per questo molti edifici di culto, quelli maggiormente appetibili per i criminali e abbiamo anche già una buona disponibilità finanziaria, siamo al punto di partenza di un lavoro importante perché siamo tutti motivati».
Il vertice, cui erano presenti anche il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, il soprintendente Stefano Casciu, il vicario del vescovo monsignor Giacomo Morandi, è servito anche a ribadire una questione già bene presente a chi si occupa di beni culturali. «Abbiamo spiegato ai vertici - racconta il soprintendente Casciu - che il patrimonio di Modena e provincia è schedato, fotografato, informatizzato. In tutto abbiamo 55mila schede di opere d'arte tra lo Stato e la Conferenza episcopale italiana, noi ne abbiamo 38mila di cui 11mila solo per la città». Interviene anche don Morandi: «Abbiamo anche molte chiese in territorio lontani e occorre attivare ogni risorsa, abbiamo già alcuni finanziamenti Cei a cui probabilmente se ne aggiungeranno di privati». Il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Andrea Landi, non presente all'incontro, del resto lo dice: «Noi siamo sempre stati disponibili, a fronte di progetti presentati non ci siamo mai tirati indietro». Già perché sempre lì si finisce, alla "cassa" della città rappresentata dall'organismo di Palazzo Montecuccoli.
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Progetti di sicurezza nelle chiese ce ne sono già stati e la stessa Fondazione aveva anche pagato il sistema dall'allarme in San Vincenzo, mentre sempre negli anni scorsi un progetto pluriennale della Provincia era stato finanziato ad hoc in un centinaio di edifici sacri del Modenese. Poi però gli allarmi vanno messi in funzione e la tutela deve essere continua altrimenti si apre il tema del trasferimento delle opere più preziose in luoghi maggiormente protetti.
Il Guercino rubato, infatti, non è l'unico capolavoro presente nelle chiese. Le opere di Duomo e San Pietro sono ben protette, dicono i responsabili e i custodi, ma ci sono altri quadri in San Biagio, in San Vincenzo e al Voto di notevole importanza per la storia della comunità.
Il sindaco Gian Carlo Muzzarelli ha ribadito l'azione concreta finora intrapresa, riguardante le cinque chiese di proprietà del Comune: «La sicurezza è un tema importante, per questo una volta terminati i lavori previsti per i danni subiti dal terremoto, allarmeremo in modo adeguato il Voto, SantAgostino, San Biagio, San Barnaba e il Tempio».