Sisma.12, lista alle regionali e cerca alleati tra i comitati
L’assemblea ratifica la volontà di presentarsi alle elezioni il prossimo novembre Terremoto e ambiente i temi caldi. «Vogliamo capire chi sta ancora con noi»
MEDOLLA. La base elettorale è piuttosto ampia e trasversale, ma un conto sono i sostenitori di internet, un altro gli attivisti materiali. Con questa grande incognita inizia ufficialmente l’avventura di Sisma.12 alla caccia quantomeno di un seggio in consiglio regionale. Il comitato si fa lista, le controindicazioni sono tante così come le incertezze. Dubbi che costellano da oltre due anni l’attività del gruppo terremotato, che ad ogni manifestazione pubblica si trova sistematicamente di fronte al solito quesito retorico: in quanti saremo?
Ebbene, le elezioni regionali diventano la prova del nove per capire se effettivamente il ruolo del comitato ha ancora valore oppure se la spinta propulsiva - ed emotiva - del terremoto è esaurita. Il ruolo di “sportello amico” (sono ancora tanti i cittadini alle prese con la burocrazia che ogni giorno chiedono interpretazioni e aiuto via mail) sta ormai stretto e la naturale evoluzione del percorso - così ha votato a larga maggioranza l’assemblea di giovedì sera - è la trasformazione in attore politico.
«Inizialmente eravamo interlocutori della Regione - dicono gli attivisti - poi siamo diventati oppositori e nonostante i tanti temi sollevati ci hanno sempre sbattuto la porta in faccia». E allora ecco che ci si avvia verso una stimolante, ma rischiosa frontiera. «Partiamo da un presupposto - spiega Elena Busi - abbiamo sempre parlato con cognizione di causa. Abbiamo sollevato diversi problemi, non ultimo quello della tassazione Iva sulle donazioni e da anni parliamo di fiscalità agevolata, cosa che nessuno ha ancora osato chiedere. La credibilità su certi temi è conclamata».
In assemblea nessuno ha avanzato voli pindarici, è chiaro che ambire a guidare la Regione resta un sogno irrealizzabile. Conviene quindi ancorarsi alla realtà che impone un’intensa attività di raccolta firme in almeno cinque province e soprattutto una strategia di alleanze, compresi eventuali apparentamenti.
«Un programma di massima c’è già - aggiunge Sandro Romagnoli - e oltre al terremoto guarda alla qualità della vita, all’ambiente e al welfare cittadino, partendo dai progetti sui rifiuti, passando per il dissesto idrogeologico riemerso con forza con l’alluvione e le frane in Appennino, finendo con la volontà di non consumare più territorio. Ci siamo dati qualche giorno per declinarlo in contenuti». Un aiuto - in particolare su temi caldi quali Cispadana e deposito gas di Rivara - lo fornirà il dottor Paolo Rebecchi, autore di un appassionato intervento pubblico.
«Il tempo è poco - spiega Romagnoli - dobbiamo incontrare comitati di cittadini simili a noi, che possano condividere le nostre idee e l’impostazione che vogliamo dare a questa sfida: stop alle deleghe in bianco, ma attivismo e partecipazione reale nelle scelte. È logico ipotizzare che andremo all’opposizione: il Pd ha gestito finora la “non ricostruzione” e non può esserci alleanza così come il centrodestra ha dimostrato di essere il grande assente nella Bassa, facendo propri, per comodità, i nostri argomenti».
Il dado è tratto e Sisma.12 si gioca tutto: la possibilità di perdere clamorosamente è molto alta, ma per tenere viva l’attenzione sul terremoto è un rischio che vogliono correre.
@francescodondi
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